di Marco Torricelli
Una denuncia nei confronti del sindaco, Leopoldo Di Girolamo e la richiesta del sequestro del sito istituzionale del Comune di Terni. È l’ultima offensiva di Francesco Bartoli, consigliere regionale di Confimpresa, nella battaglia che da mesi lo vede contrapposto al primo cittadino.
La denuncia «Negli ultimi mesi il sindaco del Comune di Terni, Leopoldo Di Girolamo, ha iniziato ad utilizzare il sito istituzionale del Comune di Terni in modo singolare e quanto meno improprio rispetto all’uso consono che dovrebbe essere fatto di un sito istituzionale». Secondo Bartoli, infatti, il sindaco avrebbe superato «ampiamente quel ‘limite’ tra il diritto di critica, che ricordiamo è ampiamente tutelato dal nostro ordinamento, e sconfinando invece nella fattispecie delittuosa del reato di diffamazione aggravata nei miei confronti. Cosa che ho provveduto a denunciare con separato atto di denuncia querela».
Le accuse Secondo il rappresentante di Confimpresa è necessario accertare se «per questo uso quanto meno improprio di un sito istituzionale di un ente pubblico non ricorrano altri estremi di reato, quali ad esempio l’abuso d’ufficio ed il peculato d’uso, in capo al sindaco Leopoldo Di Girolamo e ai funzionari e dirigenti comunali responsabili della gestione dell’sito stesso». Secondo Bartoli, infatti, «è chiara la volontà da parte del sindaco Di Girolamo di utilizzare il sito del Comune di Terni al fine di auto incensare il suo operato e soprattutto al fine di delegittimare ogni concorrente politico, attuale e potenziale in vista di una sua possibile ricandidatura come candidato sindaco alle prossime elezioni amministrative del Comune di Terni».
Le richieste Insomma, Bartoli chiede alla procura della repubblica di Terni di «accertare e valutare se nei fatti, atti e comportamenti siano rinvenibili fattispecie penalmente rilevanti, procedendo, in caso affermativo, nei confronti dei soggetti responsabili», ma anche «se dall’analisi dei comunicati stampa diffusi dal sindaco emergano comportamenti diffamatori atti a ledere l’onorabilità di terze persone» e, pure, «di procedere in tal caso al sequestro del sito in modo da cancellare i contenuti diffamatori». Per sovrappiù, la procura dovrà accertare «se questa condotta e l’uso improprio così accertato sia compatibile con la normativa in vigore relativa alla comunicazione politica preelettorale sia in termini di contenuti che di modalità , ed in tal caso ad inibire qualsiasi comunicazione avente carattere meramente propagandistico e non aderente alle finalità istituzionali per il quale il sito del Comune di Terni è stato creato».
Il sindaco Leopoldo Di Girolamo, venerdì mattina, è come sempre in ambulatorio, a fare il medico e quando apprende la notizia pensa ad uno scherzo. Poi si fa serio: «Sappiamo bene che, ormai, in politica ci si deve aspettare di tutto – dice – ma credo che qui stiamo raggiungendo il paradosso». A giudizio del primo cittadino «chi ha scelto la strada dell’insulto e dello spargimento di veleni, poi recrimina se un sindaco difende, utilizzando anche gli strumenti istituzionali, l’operato della sua amministrazione. Direi che il fatto si commenta da solo». Sui possibili sviluppi, Di Girolamo si dice «assolutamente tranquillo, aspetteremo che la cosa venga formalizzata e poi adotteremo le misure necessarie per difendere l’onorabilità mia personale, dell’amministrazione e del Comune di Terni nella sua interezza»