«Da vari mesi il castello metallico della fontana di piazza Tacito metallico ricostruito ex novo da una ditta incaricata dal relativo sponsor. Due i problemi: la vernice bianca sulle superficie zincata perde pezzi vistosissimi come se avesse la lebbra e, problema maggiore, dalle lame da cui sgorga l’acqua ha cominciato a formarsi una ruggine sempre più invadente e consistente tale da insozzare in modo terribile l’acqua che ricadeva sui mosaici cominciando gradualmente a coprirli di una patina prima giallastra, oggi rossastra, che sta diventando sempre più consistente. La Fontana va fermata immediatamente e vanno accertate le cause di questo mezzo disastro». Così sbotta l’assessore Regionale Enrico Melasecche che trova nei nuovi inquilini di Palazzo Spada la più ampia disponibilità a occuparsi del caso. «Quelle stesse indicazioni – dichiara il vicesindaco Riccardo Corridore – sono state prese in esame dalla nuova Giunta prima delle sue esternazioni».

Fontana di piazza Tacito «È inutile continuare a raccontare teorie balzane perchè è evidente anche ai più sprovveduti che il castello è stato eseguito male, ma, aggiungo, da troppi mesi si sono continuate ad inventarsi scuse ridicole in merito al da farsi. Ogni giorno che passa la ruggine che sprigiona il castello, non zincato a caldo per immersione nella vasca elettrolitica in tutti gli anfratti del metallo, sta producendo una ruggine pericolosissima. Assessore e sindaco forse avrebbero dovuto prendere molti mesi fa l’unica decisione possibile, scomodissima in campagna elettorale, quella di ammettere il problema affrontandolo a viso aperto di fronte alla città. Meglio tardi che mai perchè, come noto, il medico pietoso porta il paziente in fin di vita».

Terni «Il Comune – insiste Melasecche – deve contestare alla ditta esecutrice la mancanza di professionalità, lo sponsor sarà in evidente imbarazzo ma più di pagare quanto era stato realizzato ben poco avrebbe potuto fare. Il castello va smontato, riportato in officina, sabbiato alla perfezione, zincato e riverniciato solo dopo i trattamenti obbligatori per evitare che il secondo problema del distacco a grandi placche della vernice si ripresenti in futuro. Ricordo che la precedente verniciatura bianca è durata decenni senza che si
fossero mai formate le chiazze ampie che purtroppo oggi vediamo. Morale: la professionalità e l’esperienza sono doti che dovrebbe avere ogni pubblico amministratore, in modo da guidare con competenza e risultati certi l’attività di un ente delle dimensioni di un comune come quello di Terni perchè i danni altrimenti che derivano sono incalcolabili, molto di più quelli morali e di immagine rispetto al costo di un intervento oggi necessario che ammonita sicuramente a molto di più di quello dell’intero rifacimento del castello».

Piazza Tacito «In una città in cui la forgiatura dei metalli ed il loro trattamento costituisce professione diffusa e lunga tradizione è singolare che chi avrebbe dovuto controllare almeno la normale esecuzione di un’opera artistica del genere non si sia neanche reso conto di quello che accadeva ma soprattutto non abbia preso l’unica decisione possibile, perchè la politica deve decidere. Attendere ancora la ruggine si addensa alla base delle colonne e penetra nelle stuccature dei mosaici con il rischio di danneggiarli irrimediabilmente. Per vari mesi la vedremo spenta e senza più la struttura metallica e non potremo farci più i selfie. Faccio un appello affinchè la nuova amministrazione agisca immediatamente per non distruggere quanto di buono è stato fin qui fatto e quanto la Fondazione ha generosamente donato unitamente agli altri sponsor».

Enrico Melasecche La Fontana dello Zodiaco è uno dei simboli di Terni e come tale è stata riqualificata con un impegno forte e convinto dopo troppi anni di tergiversazioni, di dubbi, di estenuanti quanto inconcludenti trattative con la serie di Soprintendenti che si sono succeduti fino al 2019. Quel cantiere si presentava alla giunta Latini, nella primavera del 2018, recintato con bandoni di lamiera, come abbandonato da lustri, con materiali sparsi ovunque, pioppi che crescevano più delle persone, con i vecchi mosaici ridotti in condizioni drammatiche ed il vecchio castello ricostruito dopo i bombardamenti riverniciato in superficie ma con evidenti segni di ruggine che evidenziavano molti punti critici soprattutto nelle saldature che avevano resistono da oltre sessant’anni. Da assessore ai Lavori pubblici ho affrontato anche quel problema, dalla evidente complessità, con l’unico approccio possibile: definizione degli interventi concordati passo passo con la Soprintendenza, predisposizione di un piano adeguato di recupero, acquisizione dei
finanziamenti oltre quelli generosi della Fondazione Carit perchè, va ricordato, è semplice fare mutui da parte di un comune in ottime condizioni di bilancio ma è quasi impossibile procedere nelle spese elevatissime per un cantiere vincolato come quello quando il Comune era da pochi mesi dichiarato in dissesto con i commissari governativi piazzati a Palazzo Pierfelici».

Il report «Per giungere quindi alla riapertura, oltre alla picconata simbolica che fui costretto a dare al lucchetto di cui non sembrava fosse possibile trovare neanche più le chiavi, ci volle del bello e del buono ed una pazienza certosina. A fine 2019 quando le elezioni in Regione mi portarono ad altro impegno la situazione era ormai positivamente quanto definitivamente avviata verso la soluzione. Occorreva soltanto eseguire a regola d’arte quanto stabilito, tutto già finanziato dagli sponsor che ringrazio per la generosità dimostrata in tempi peraltro non facili per l’economia. Giunti alla inaugurazione – ecco la stoccata finale alla passata giunta Latini – qualcuno si era persino dimenticato nell’entusiasmo di ricordare chi aveva riavviato il tutto, in sostanza la parte di gran lunga più difficile dell’intera operazione». Da un lato l’assessore rivendica il suo lavoro, dall’altro intende difenderlo; non sfugge che a fine campagna elettorale prende le distanze dall’operato degli ultimi ‘gestori’ di Palazzo Spada e trova la porta aperta dai nuovi.

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