Una «mobilitazione ampia e democratica a difesa della salute e della sanità pubblica», che avrà come primo punto di caduta una proposta di legge regionale «pensata per arginare il progressivo smantellamento della sanità pubblica e invertire la rotta della privatizzazione». La proposta arriva dal segretario regionale del Pd Tommaso Bori che fa appello «a tutte le forze politiche e sindacali, sociali e cooperative, associazioni e organizzazioni, singoli cittadini: incontriamoci e progettiamo un calendario di mobilitazione per difendere il diritto alla salute e i servizi sanitari pubblici, per tutte e tutti, senza distinzioni».
Sanità al centro Insomma, come spiegato poche settimane fa dal segretario dem, il tema della sanità pubblica sarà al centro della campagna d’autunno del partito, anche in ottica 2024 quando al voto andranno oltre 60 Comuni e la Regione. «In gioco c’è il futuro di tutti noi. Stiamo parlando – sottolinea Bori – della cosa a noi più cara, senza la quale nulla ha valore: la nostra salute. Dobbiamo difenderla rivendicando il valore di una sanità pubblica e universalistica che sia all’altezza dei bisogni di cura e assistenza dei cittadini».
La proposta In particolare attraverso la proposta di legge si chiederà al Governo di destinare almeno 4 miliardi in più l’anno, per 5 anni, al Fondo sanitario nazionale, fino a raggiungere, nel 2027, il 7,5 per cento in rapporto al Pil. «Un dato – dice Bori – che ci porterebbe in linea con gli altri Stati europei. Vogliamo fare in modo che le Regioni non debbano più sottostare ai vincoli imposti dalle leggi nazionali sui tetti alle assunzioni affinché si ponga fine al fenomeno dilagante della precariato sanitario e dei “gettonisti”». Un tema strettamente connesso al disegno di legge sull’autonomia differenziata targato Calderoli; una proposta «che taglia risorse alla sanità e al sociale e punta ad alimentare – dice Bori – la sperequazione territoriale tra Nord, Centro e Sud Italia».