Bidoni per la raccolta differenziata

di Daniele Bovi

La proposta di aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti, risalente al 2009, è pronta. La giunta regionale infatti, attraverso un’informativa dell’assessore all’Ambiente Silvano Rometti, ne ha discusso nel corso dell’ultima seduta prima della pausa di Ferragosto e tornerà a discuterne a breve. Il dossier finirà sul tavolo del centrosinistra dopo le ferie nel corso di una riunione convocata e dopo che nei mesi scorsi intorno al tema dell’aggiornamento, e quindi della chiusura del ciclo dei rifiuti, la maggioranza si è a lungo e duramente divisa.

La proposta La proposta elaborata, sulla quale palazzo Donini vuol mantenere per il momento il riserbo, contiene diversi scenari che partono però dalla sintesi raggiunta in consiglio regionale. Alla fine di febbraio scorso infatti a palazzo Cesaroni è passata la mozione di Pd e Psi con 24 sì (Pd, FI, Psi, Zaffini-De Sio Fd’I, Ncd), cinque contrari (Idv, il Comunista umbro Goracci, Lega nord, Prc) e un astenuto (Lignani Marchesani di Fd’I) con cui si invita la giunta a «prevedere la soluzione più idonea ad assicurare la chiusura del ciclo», che rappresenta il vero nodo politico della vicenda e il punto di stallo intorno al quale la politica regionale si è incartata.

Css Con il documento si impegna poi palazzo Donini «a prendere in considerazione la possibilità di adeguare uno o più impianti esistenti di selezione e trattamento per l’eventuale produzione di Css». Combustibile quindi che potrebbe essere prodotto in un qualche impianto della regione ma non bruciato, cosa che può avvenire per legge solo in cementifici e centrali elettriche. Lo sguardo è rivolto alle regioni vicine dove ci sono già realtà in possesso dell’Autorizzazione integrata ambientale. Nei mesi scorsi infatti un’ipotesi della quale si è discusso era quella della stipula di accordi precisi con le regioni vicine.

Gli impianti Al centro dell’aggiornamento del Piano ci sarà anche la questione dell’impiantistica, che nelle intenzioni di palazzo Donini dovrà essere adeguata a trattare i rifiuti dopo la raccolta differenziata e non l’indifferenziato come accade ora. La Regione in più occasioni ha spiegato che la necessità di un nuova strategia di chiusura del ciclo dipende da un quadro fortemente cambiato nel corso del tempo. Scartata l’ipotesi termovalorizzatore, anche per motivi economici, negli anni in Umbria è sensibilmente calata la produzione dei rifiuti mentre la differenziata ha toccato il 50% nella regione con punte del 65-70% in comuni anche di grandi dimensioni.

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