Catia Bastioli e Stefania Proietti

di Daniele Bovi

Sono ore cruciali per la possibile nascita di quello che Luigi Di Maio ha chiamato, domenica, «patto civico». L’ipotesi sulla quale si è lavorato nella notte tra mercoledì e giovedì  è quella che porta il nome di Catia Bastioli; sembrava lei il possibile ‘Cucinelli 2’ sul quale anche il Pd, insieme ad Andrea Fora, poteva convergere. Ma la manager ha detto no. E giovedì mattina il nome lanciato dal deputato del M5s Filippo Gallinella è un altro, quello del sindaco di Assisi, Stefania Proietti, che però è stato giudicato non adeguato dal Pd. Insomma, è un rebus mentre il tempo scorre: di fatto ci sono altre 24 ore di tempo per trovare un candidato di alto profilo in grado di mettere d’accordo i due partiti (e di fronte al quale Andrea Fora potrebbe fare un passo di lato), altrimenti ognuno per la propria strada. I sondaggi vanno avanti anche nel mondo imprenditoriale e delle categorie professionali con l’obiettivo di trovare qualcuno che voglia metterci la faccia. Di sicuro non si andrà più in là di sabato, quando il commissario del Pd umbro Walter Verini ha convocato l’organismo dirigente regionale con all’ordine del giorno, ovviamente, il dossier elezioni.

La giornata Ma andiamo con ordine: che il Movimento, dopo il no del ‘re del cachemire’, stesse sondando il mondo imprenditoriale della regione era emerso nelle scorse ore e l’obiettivo rimane chiudere su un nome condiviso entro venerdì. Il confronto tra M5s e Pd va e per inquadrare la situazione vanno tenuti in considerazione i fortissimi malumori che ci sono nel Movimento, al quale Di Maio per stringere il «patto civico» ha bisogno di consegnare qualche risultato (i militanti si esprimeranno su Rousseau venerdì); se non sulla lista del Pd, dove alcuni uscenti dovrebbero trovare posto, almeno sul candidato, che non sarà di certo l’imprenditrice.

LEGA, TUTTI I NOMI DELLA LISTA

Bastioli dice no «In merito alle dichiarazioni riportate oggi da alcuni organi di stampa – si legge in una nota di Terna, la società presieduta da Catia Bastioli – la dottoressa Catia Bastioli si dice onorata e ringrazia per le attestazioni di stima e fiducia accordatale ma dichiara di voler proseguire nei suoi attuali incarichi manageriali ed istituzionali rimarcando il proprio impegno in ogni sede, italiana ed europea, per lo sviluppo di progetti di innovazione in grado di rivitalizzare i territori all’insegna della sostenibilità e della rigenerazione del suolo».

Proietti Incassato il no della Bastioli, giovedì mattina i pentastellati hanno fatto un altro nome, quello di Stefania Proietti. È il deputato umbro Filippo Gallinella a farlo battere alle agenzie: «È Stefania Proietti il nome che dovremmo sostenere con o senza il Pd. È un ingegnere come me – ha sottolineato Gallinella all’Ansa – vicina alle tematiche ambientali. Non può che avere la mia simpatia». Una mossa in cui, vista la rabbia degli umbri verso i vertici pentastellati emersa nelle chat, c’è anche una dose di tattica. Nel pomeriggio il Pd ha però chiuso le porte all’ipotesi Proietti, il cui mandato scadrà nel 2021. A parlare è l’ex senatrice Valeria Cardinali, membro della Direzione nazionale dem, sostenitrice di Zingaretti e vicinissima ad Andrea Orlando: «Dobbiamo lavorare senza porre veti – dice ricordando la volontà di chiudere un accordo col M5s – senza avanzare ultimatum, senza proporre candidature che come Pd abbiamo da tempo deciso di non poter prendere in considerazione. Non è un problema di persone, ma è evidente che i sindaci che guidano le città non possono lasciare le stesse senza guida anni prima della fine del mandato. Sarebbero scelte sbagliate e incomprensibili innanzitutto per i loro concittadini e anche perché, ne sono certa, in questa regione non mancano personalità sulle quali raggiungere una intesa innovativa». Tradotto, niente Proietti. Da parte sua il Movimento assicura che andrà avanti con il «patto civico» in ogni caso. «Abbiamo individuato due profili di alto livello che rappresentano al meglio la società civile. Sosterremo una delle due insieme a delle liste civiche anche se il Pd deciderà di non far parte del ‘patto civico’ per l’Umbria».

M5s al voto su Rousseau Su «patto» i pentastellati ascolteranno la propria base. Mentre Giovedì dalle 10 alle 19 su Rousseau sono indette le “regionarie” per la selezione dei nomi da mettere in lista, venerdì gli iscritti saranno chiamati a esprimersi sulla proposta fatta dal capo politico. Il quesito sarà: «Sei d’accordo con la proposta avanzata dal capo politico del “patto civico per l’Umbria”, sostenendo alle elezioni regionali un candidato presidente civico, con il sostegno di altre forze politiche?».

M5S, ECCO GLI ASPIRANTI CONSIGLIERI. LA RABBIA NELLE CHAT

 POTERE AL POPOLO LANCIA CAMUZZI

Parla Fora E Andrea Fora? L’ex presidente di Confcooperative è tornato a parlare in queste ore: in un’intervista ad Avvenire, il giornale dei vescovi (che Fora sia un candidato molto gradito a queste latitudini non è certo un mistero), ha spiegato di non essere in alcun modo «il candidato del Pd», come viene dipinto. Non lo sono mai stato. Non ho mai fatto politica, mai avuto tessere di partito. Non ho mai incontrato Zingaretti, al pari di Di Maio. E fino a 45 giorni fa neanche conoscevo Walter Verini. Dopo essermi interessato per una vita di fatti concreti, non di chiacchiere, negli ultimi anni ho combattuto un sistema clientelare che ha fatto danni e seminato sfiducia nella nostra Regione». A tutti i possibili protagonisti del «patto», Fora manda questo messaggio: «Mancano 39 giorni alle elezioni e si parla ancora solo di ‘chi sta con chi’. Se invece tutte le forze responsabili iniziassero al più presto una discussione sui contenuti, saremmo ancora in grado di convincere che non ci stiamo accordando su interessi di parte, ma sui temi che interessano alla gente.

Twitter @DanieleBovi

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