La centrale di Galleto

La giunta regionale ha rideterminato il canone unitario per le concessioni di grande derivazione di acque pubbliche a uso idroelettrico, ma il capogruppo di Forza Italia, Raffaele Nevi,  teme ripercussioni nei rapporti con le multinazionali e annuncia interrogazione.

L’opposizione L’argomento aveva già in passato surriscaldato gli animi del M5s con il consigliere Andrea Liberati che ha parlato di almeno un miliardo regalato alle multinazionali di settore, nel caso specifico prima Endesa poi E-on, «sottoposte a un canone straordinariamente basso». Ma dopo l’aumento fino a 31,02 euro dell’importo del canone unitario, spuntano le prime preoccupazioni.

Raffaele Nevi In particolare, Nevi scrive «la giunta regionale approfittando della pausa estiva (la delibera risale al 20 luglio, ndr) e senza coinvolgere l’assemblea legislativa ha deliberato il raddoppio dei canoni concessori alle industrie idroelettriche del territorio che porterà un tesoretto di circa 5 milioni di euro nelle casse della Regione. Si tratta di un aumento che colpirà pesantemente la centrale idroelettrica di Galleto a Terni che tra l’altro sta passando di proprietà, da E-On al gruppo Erg».

Annunciata interrogazione urgente E poi: «Al di là delle considerazioni che il mio gruppo farà in sede di bilancio preventivo rispetto all’utilizzazione di queste somme da parte della Regione e dei Comuni, per evitare la solita manovra per fare cassa o per aiutare qualche ente amico a temperare i gravissimi problemi contabili, vedi il Comune di Terni, annuncio – dichiara Nevi – la presentazione di una interrogazione urgente per sapere se le aziende interessate sono state informate di questo aumento del 100% dei canoni e in caso affermativo se ci saranno e quali saranno, le ricadute di questo provvedimento sui piani industriali delle imprese interessate».

Multinazionali  Il tiro del capogruppo di Forza Italia è chiaro: «Voglio sperare – scrive – che questo provvedimento sia stato ponderato e siano state considerate tutte le conseguenze che avranno, se le avranno, nei rapporti tra le multinazionali e il territorio. Non vorrei – conclude – che questo atto fosse solo il frutto di un’esigenza di continuare con la politica del tassa e spendi tanto caro alla sinistra di casa nostra».

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