«Andiamo avanti, facciamo la Commissione e poi dovremo trovare risorse regionali per finanziare questi interventi». Così ha risposto l’assessore Luca Coletto (Lega), durante il question time, all’interrogazione della consigliera Simona Meloni (Pd) in pressing per innalzare da 42 a 46 anni il limite previsto in Umbria per accedere ai percorsi di procreazione medicalmente assistita (Pma) nei limiti di legge consentiti dalla legge italiana, che taglia fuori donne single e lesbiche.

Procreazione assistita, aumentare limite età In particolare, la consigliera di opposizione ha ricordato che «la Regione prevede la somministrazione di tecniche di Pma di tipo omologo garantite dal servizio sanitario solamente alle donne di età non superiore ai 42 anni, pur essendo prevista l’elevazione del limite di età a 46 anni dal Dpcm del 12 gennaio 2017 così che tutte le altre regioni prevedono limiti di età comunque più elevati, anche fino ai 50 anni come in Veneto». Meloni ha poi rimesso al centro dell’aula la mancata «somministrazione in Umbria di tecniche di Pma di tipo eterologo, pur essendo previste dal Dpcm del 12 gennaio 2017» e in questo senso un anno e mezzo fa circa il consiglio regionale all’unanimità ha approvato una proposta di risoluzione che impegna la Giunta a elevare il limite di età da 42 ad almeno 46 anni, a implementare e potenziare i servizi e le strutture del Centro di Pma dell’Umbria (Perugia-Pantalla, ndr), a istituire un tavolo tecnico di lavoro.

Coletto e il rebus fondi In aula l’assessore Luca Coletto ha sostenuto di «condividere preoccupazioni della consigliera Meloni», ricordando come «nel 2011 ha proposto a Zaia i innalzare l’età per la Pma, diminuendo però i cicli. Si è trattato – ha detto l’assessore – di una scelta politica condivisa e siamo andati in copertura con i fondi regionali per un intervento extra Lea». Tornando in Umbria e al presente, Coletto ha spiegato che «la modifica dei Lea (avvenuta con Dpcm del 12 gennaio 2017, ndr) non garantisce le necessarie coperture finanziarie ed è necessario aumentare il rapporto tra Pil e Fondo sanitario, proprio per soddisfare le nuove necessità». Secondo Coletto, dunque, deve essere «il Governo a garantire la copertura finanziaria», ma nel frattempo «andiamo avanti, facciamo la commissione e poi dovremo trovare risorse regionali per finanziare questi interventi».

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