È «Al lavoro per la pace» lo slogan scelto per la manifestazione nazionale del Primo maggio, organizzata domenica mattina ad Assisi da Cgil, Cisl e Uil. In piazza San Francesco i tre segretari generali, Maurizio Landini (Cgil), Luigi Sbarra (Cisl) e Pierpaolo Bombarbieri (Uil), che verso mezzogiorno hanno preso la parola dal palco dopo le testimonianze di sei delegati sindacali di diverse categorie e il saluto del Custode del Sacro convento di Assisi, fra Marco Moroni. Al centro della manifestazione i temi della pace, del lavoro e della crescita del Paese, dei salari e delle pensioni, della lotta alla precarietà e della sicurezza.
GALLERY: LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE
Landini «Il messaggio di questo Primo maggio – ha detto Landini arrivando ad Assisi – è innanzitutto che bisogna fermare questa guerra assurda voluta da Putin e impedire che diventi una guerra mondiale»; un no forte il segretario lo ha pronunciato anche contro la corsa al riarmo: «È il momento delle trattative». Quanto all’occupazione, invece, «bisogna affermare la centralità del lavoro e dei diritti e una politica che superi la precarietà». A proposito del rapporto con il governo Draghi il segretario della Cgil ha sottolineato che «finora non c’è stato un grande dialogo con il governo, c’è stato un incontro all’inizio di aprile e risposte finora non ne abbiamo avute». «C’è bisogno – ha aggiunto – di provvedimenti straordinari per sostenere i redditi dei lavoratori e dei pensionati, con la riduzione del cuneo fiscale, per aumentare il bonus bollette, il fondo affitti: misure immediate e poi strutturalmente intervenire con una riforma fiscale».
Salari Al presidente di Confindustria Carlo Bonomi invece Landini spiega che «c’è bisogno di aumentare i salari e quindi di rinnovare i contratti. È sotto gli occhi di tutti che la gente non ce la fa ad arrivare a fine mese, è necessario mettere più soldi in busta paga». «Al presidente di Confindustria – ha detto poi – chiediamo, ‘dobbiamo aumentare le buste paga o i profitti’? Si diano gli aiuti alle imprese ma condizionamoli a chi investe, non licenzia, non delocalizza». Parlando del lavoro, Landini si è soffermato sul tema della precarietà: «Abbiamo un male che si chiama precarietà. Bisogna cambiare le leggi balorde fatte in questi anni» e a questo proposito ribadisce la proposta di «introdurre un’unica forma di contratto di inserimento basato sulla formazione e sulla stabilità. L’altra condizione è rinnovare i contratti, non avendo a riferimento l’inflazione finta ma reale».
Sbarra «Oggi – ha detto invece il segretario Cisl Sbarra – siamo in piazza per lanciare un messaggio di pace, democrazia e giustizia sociale. Per condannare senza riserve l’invasione dell’Ucraina da parte di Putin». «La pace – ha aggiunto – è un obiettivo imprescindibile. Ma la pace si costruisce con atti concreti. Azioni che devono indurre la Russia al cessate il fuoco. Aiuti alle famiglie colpite, ai profughi, a un popolo che resiste all’invasore. Bisogna dare pieno ruolo a negoziati che rispettino la dignità di una comunità aggredita». Sbarra ha parlato anche della necessità «di negoziare un nuovo Patto sociale, è la strada più giusta, la più efficace».
La scia di sangue Altro tema centrale è quello delle morti sul lavoro. Per Sbarra occorre sostenere «la centralità del lavoro. Lavoro dignitoso, di qualità, contrattualizzato. Lavoro sicuro. Sono oltre 1.300 le vittime ogni anno nelle nostre fabbriche, nei campi, sui cantieri. Non abbiamo più sangue da dare. Bisogna fermare questa lunga scia di sangue. Chiediamo al Governo di mettere in cima alle priorità un grande piano che azzeri questa conta vergognosa».« C’è una strage infinita, vergognosa, che ha visto oltre 13 mila vittime nell’ultimo decennio, quasi 1.300 ogni anno, più di tre al giorno, soprattutto giovani e donne». Il segretario Cisl ha chiesto «una svolta», dato che «non abbiamo più tempo né sangue da dare». Sbarra ha sottolineato la necessità di «più controlli, migliore coordinamento, una patente a punti per le aziende legata anche agli appalti. Il lavoro è vita, non può trasformarsi in luogo e causa di morte. Bisogna affermare che la sicurezza non può essere un costo ma un investimento».
Bombardieri Sullo stesso tema il segretario Uil Bombardieri ha spiegato che «serve più formazione, prevenzione e un intervento a partire dalle scuole. Bisogna che il governo abbia il coraggio di dire che le aziende che violano le norme sulla sicurezza non possono partecipare ai bandi pubblici e che le associazioni datoriali siano in grado di affermare che le aziende associate che violano le norme vanno fuori». Anche Bombardieri ha poi denunciato uno scarso dialogo con il governo: «Abbiamo incontrato il presidente Draghi che si era detto disponibile a un confronto strutturato, domani però se il Cdm approva il provvedimento da 6 miliardi per famiglie, lavoratori e imprese e il governo non si confronta con le parti sociali allora probabilmente deve andare a fare un pò di ripetizioni sul metodo del dialogo sociale». «Quello – ha concluso – non è un confronto ma un’informativa, oserei dire che è una presa in giro».
Moroni Pace, lavoro e crescita del Paese sono stati i temi affrontati dal custode del Sacro convento: «Di fronte alla guerra in Ucraina e a ogni guerra sento di dover ripetere il lucido e profetico grido del Papa: ‘Fermatevi! La guerra è una follia’». «Smettiamo – ha aggiunto – di confidare nella forza mortifera delle armi e percorriamo le vie della politica e del negoziato, adottiamo mezzi di difesa non violenti e facciamo crescere una cultura di pace». «Nella sua ‘regola’ san Francesco parla della grazia del lavoro, perché con esso si collabora all’opera divina della creazione», ha invece detto fra Moroni calandosi nella giornata del Primo maggio. «Con il lavoro ciascuno dà il suo contributo affinché il mondo sia più bello e più giusto e tutti abbiano quanto necessario per una vita all’altezza della propria dignità», ha sottolineato. «Voglio ricordare il numero crescente dei morti sul lavoro: facciamo tutto il possibile perché ciò non accada più. Vengano garantite sicurezza e salute in ogni luogo di lavoro: nessun guadagno può giustificare la perdita di una vita», ha detto ancora il religioso. Che parlando della crescita del Paese ha spiegato che «un vero sviluppo non consiste semplicemente nella crescita economica, ma include la tutela e il rispetto dell’ambiente, la promozione di chi è socialmente svantaggiato, la valorizzazione delle culture, l’accoglienza dei migranti e dei rifugiati».