di D.B.

Ad appena un mese dal voto c’è già la prima grana a Todi per il sindaco Antonino Ruggiano. La vicenda riguarda alcune presunte dichiarazioni mendaci rilasciate dal 2017 dall’attuale vicesindaco Claudio Ranchicchio in relazione all’insussistenza di cause di incompatibilità di quest’ultimo con le cariche di consigliere e assessore. Il caso è stato sollevato nei giorni scorsi da Claudio Serafini (consigliere eletto con le liste di minoranza di Floriano Pizzichini), che ha presentato un’interrogazione e poi un esposto alla Procura della Repubblica di Perugia.

La vicenda Il caso, portato alla luce tramite un accesso agli atti risalente al marzo scorso, riguarda una serie di multe elevate dalla polizia municipale di Todi per un totale, come emerge dagli allegati relativi al maggio scorso presentanti insieme all’interrogazione, di 1.800 euro; un debito poi saldato poco prima delle elezioni. Secondo la normativa vigente è incompatibile con la carica di consigliere o assessore anche colui che ha debiti verso l’amministrazione; sanzioni a livello penale sono poi previste per chi presenta dichiarazioni non corrispondenti al vero.

Dimissioni Nel mirino di Serafini ci sono le dichiarazioni presentate dall’attuale vicesindaco negli anni scorsi, sulle quali attraverso l’interrogazione chiede a Ruggiano di fare chiarezza. Serafini vorrebbe poi che il sindaco ritirasse le deleghe a Ranchicchio «a fini di tutela dell’ente e ancor prima dell’immagine dello stesso». Dalla sua il primo cittadino ha spiegato di aver affidato la pratica al segretario generale dell’Ente, sostenendo però che il caso non abbia una valenza politica bensì privata. Anche Ranchicchio sostiene di non aver commesso alcuna irregolarità di rilievo.

Pd all’attacco Nel frattempo, il gruppo consiliare Pd chiede le dimissioni del vice di Ruggiano «che, se avesse avuto a cuore sul serio le sorti del suo vice, avrebbe esercitato in via preventiva tutta la moral suasion di cui è capace per evitargli un epilogo tanto increscioso quanto triste». «Non ci ergiamo a giudici né, tantomeno, è nostra intenzione sostituirci agli organi giurisdizionali, peraltro già interessati alla vicenda da più di un esposto circostanziato. Nel rispetto sacrale del principio di presunzione d’innocenza – aggiungono i dem che a loro volta procederanno con un accesso agli atti – abbiamo l’obbligo, però, di porre la suddetta questione per ciò che è, cioè un gigantesco problema di etica pubblica e di opportunità politica». «Un ultimo cenno – concludono – al sindaco Ruggiano: il suo silenzio assordante ed il suo atteggiamento da pesce in barile sulle questioni più spinose che riguardano la amministrazione (il caso Ranchicchio non fa eccezione) lasciano basiti».