di Daniele Bovi
La gran parte della fu area diessina del Pd umbro si riunisce alla sala dei Notari di Perugia con un obiettivo assai ambizioso: «Rifare l’Italia». Uno slogan che altro non è se non il nome dell’associazione, corrente è termine vietato, guidata da Matteo Orfini che insieme a gente come Andrea Orlando, Stefano Fassina e Gianni Cuperlo sta organizzando appuntamenti aperti al pubblico, come quelli di Perugia, in lungo e in largo per l’Italia. Li chiamano, questi quarantenni, i «giovani turchi» del Pd. A spiegare qual’è uno degli obiettivi politici è un dirigente democratico: «Due dei temi centrali – osserva – sono l’innovazione delle politiche e il rinnovamento dei dirigenti, concetti che non possiamo lasciare al monopolio di Matteo Renzi». Le primarie sono alle porte, le politiche pure così come il congresso nazionale: un’intera area si organizza e si riorganizza.
Chi c’è Tra gli osservatori di cose politiche c’era attesa perché molto si sono spesi, nell’organizzare l’evento, due pesi massimi e due quarantenni come la presidente della Regione Catiuscia Marini e il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali. In sala è tutto uno sbirciare chi c’è e chi non c’è. Ci sono molti dirigenti del Comune di Perugia e altrettanti alti funzionari della Regione, ci sono sindaci come quelli di Todi (Carlo Rossini), Marsciano (Alfio Todini), Città della Pieve, Magione (Massimo Alunni Proietti), Lisciano Niccone (Luca Turcheria); pezzi di Cgil come il segretario provinciale Vincenzo Sgalla, assessori regionali come Gianluca Rossi, Fernanda Cecchini e Franco Tomassoni, dirigenti come il presidente della Gesenu Antonielli e Alfredo Naticchioni di Villa Umbra, Davide Ficola della Scuola di formazione per l’Europa, gli assisani Masciolini e Pettirossi. La pattuglia, circa 200 persone, è arricchita dai consiglieri comunali di Perugia Tommaso Bori, Nicola Mariuccini e Sauro Bargelli guidati dal segretario comunale Franco Parlavecchio. In sala altri giovani come Giacomo Chiodini, assessore in quel di Magione, il segretario del Pd di Passignano, gli onorevoli Carlo Emanuele Trappolino e Mauro Agostini che guida i veltroniani insieme a Franco Calzini e i mariniani di Valerio Marinelli così come l’avvocato Luciano Ghirga. Dal Ternano sono venuti, tra gli altri, il segretario comunale Andrea Delli Guanti e quello provinciale Mario Giovannetti.
Care democratiche e cari democratici Alla gran fetta del fu «partitone» Boccali si rivolge non col tradizionale «care compagne e cari compagni» ma con un «care democratiche e cari democratici». L’intervento del sindaco di Perugia si concentra sulla richiesta di rinnovamento: «Apriamo le porte e le finestre alla società – dice -: nel partito c’è bisogno di rinnovare la classe dirigente». E c’è bisogno di «riportare al centro – dice – i temi del lavoro». E poi stop al bicameralismo perfetto e ai troppi livelli elettivi; ben vengano invece le primarie ma «aperte alla società» e non trasformate «in una battaglia interna senza idee». Partendo poi dalla constatazione che l’Italia e l’Europa sono «sull’orlo dell’abisso» Boccali invoca «un riformismo radicale senza ridurre i diritti: anche in Umbria serve più coraggio nell’innovazione. Non abbiamo più tempo». Sul senso complessivo dell’iniziativa il sindaco spiega che «non vogliamo essere i leaderini di quattro amici ma giocare una partita fino in fondo per conquistare la leadership di un partito plurale».
Orfini: scelte chiare La strada verso quella leadership passa innanzitutto da scelte chiare: a chi vuole parlare il Pd? Con quali parole? «Come parliamo – si chiede Orfini – alla nuova umanità che esce dalla crisi? Intanto il nostro partito deve decidere di rivolgersi a loro: parlare al ricercatore precario non è come parlare allo speculatore finanziario». Tutto insieme non si può tenere, pena l’annacquamento e le «figurine» del 2008. «Andiamo a cercare dentro questa nuova umanità la nostra classe dirigente e non nei salotti o tra i “pontificatori”» dice poi Orfini facendo un evidente riferimento all’eventuale «lista Repubblica». Strettamente commesso a ciò è il tema dell’identità del partito che «non può risolversi con le primarie: facciamole su tutto – dice – ma prima assumiamo un profilo politico chiaro. Non voglio più un Pd federazione di correnti senza partito».
Marini: no a un nuovo Ulivo Apertura e rinnovamento chiede poi a gran voce Catiuscia Marini. Apertura e «contaminazione» per un partito che sappia ascoltare i giovani: «Autorevoli dirigenti – dice – dicono ancora che i 25enni devono solo ascoltare. Io dico invece che i 25enni, i 30enni e i 40ennni vanno ascoltati perché il partito ha bisogno di loro». Nell’orizzonte della presidente c’è anche l’appuntamento elettorale che non prevede un nuovo Ulivo: come si ppresenterà il Pd? «Non ci possiamo presentare – dice – con la stessa “foto” del 1996: quale nuova “foto” è possibile? Quella del 1996 oppure ci mettiamo per rinnovarci insieme alla parte dinamica del Paese?». «Per ripartire all’Italia serve un grande progetto – commenta a margine Valerio Marinelli -, capace di tenere uniti forti ideali e un efficace pragmatismo, nel segno dell’equità e dello sviluppo. Il Pd non può solo limitarsi a fornire un’offerta migliore di altre, quando il futuro chiede invece una proposta di alternativa per l’Italia e l’Europa. Una proposta che abbia anche il coraggio di riformare la politica, a costo zero. È allora indispensabile promuovere un nuovo, vero gruppo dirigente nel panorama del progressismo italiano ed europeo».