di Daniele Bovi

Dalla «A» di Afor alla «U» di Umbraflor e Umbria jazz e molto altro. Il 2023 sarà, tra le altre cose, l’anno in cui ripartirà ufficialmente il valzer delle nomine nelle società partecipate, agenzie e altre realtà controllate dalla Regione. Molti incarichi infatti scadranno in primavera e anche di questo si è parlato venerdì pomeriggio a Palazzo Donini, dove i vertici dei partiti e delle civiche di maggioranza si sono incontrati con la presidente Donatella Tesei per fare il punto su diversi temi.

NOMINA DEI PRIMARI, MENO POTERE AI DG

La fusione Tre anni fa, complice anche il mancato ingresso in giunta, Fratelli d’Italia ha fatto il pieno ottenendo diverse postazioni. In ballo infatti, a proposito di partecipate, ci sono risorse e un complessivo assetto di potere. Uno dei dossier più importanti (e complessi) sul tavolo è quello che riguarda la possibile fusione tra Sviluppumbria e Gepafin, della quale si parla ormai da parecchio tempo. Al momento va ancora completato lo studio di fattibilità, poi andrebbe fatta una legge regionale e, inoltre, vanno ottenute tutte le autorizzazioni dei soggetti coinvolti; insomma, si rischia di arrivare a ridosso della fine della legislatura.

CALABRESE: «UN RIMPASTO ORA NON AVREBBE SENSO»

Le scadenze I vertici delle due più importanti partecipate però scadranno tra pochi mesi. A Sviluppumbria c’è l’amministratrice unica, in quota FdI, Michela Sciurpa, mentre Gepafin è guidata da Carmelo Campagna, confermato nel 2020 dalla giunta Tesei (oltre a lui sono in ballo gli altri quattro membri del cda). Gli incarichi agli sgoccioli sono poi molti altri. Tra pochi mesi toccherà all’intero cda di Sase, la società che gestisce l’aeroporto San Francesco, dove in cabina di comando c’è Stefano Orazio Panato. Poi c’è il Parco tecnologico agroalimentare dell’Umbria 3A, per il quale è in corso la fase progettuale in vista di una possibile fusione con Umbraflor: al vertice del Parco c’è l’amministratore unico Marcello Serafini mentre a Umbraflor c’è l’avvocato Matteo Giambartolomei, un’altra delle nomine in zona FdI. In entrambi i casi, la scadenza arriverà fra pochi mesi.

IL DOSSIER RIMPASTO FINISCE NEL CASSETTO

I posti in ballo Stesso discorso per Afor, l’Agenzia forestale nata dalle ex Comunità montane: Manuel Maraghelli è stato nominato per un triennio nel marzo del 2020. In scadenza anche Marco Rettighieri, l’amministratore unico di Umbria mobilità (ora trasformata nell’Agenzia unica per la mobilità e il Tpl), il solo ad aver rinunciato allo stipendio che gli spetterebbe. In ballo anche il vertice della Scuola di amministrazione pubblica Villa Umbra, quel Marco Magarini Montenero anche lui in zona Fratelli d’Italia. Al termine della fondamentale edizione del cinquantenario, in programma a luglio a Perugia, scadrà anche l’incarico di tutto il cda della Fondazione Umbria Jazz, guidata ora dall’avvocato Gian Luca Laurenzi. A fine legislatura invece toccherà al direttore generale di Arpa e all’amministratore di Ater Emiliano Napoletti.

Rimpasto Nomine e rimpasto, come accennato in precedenza, in un certo senso sono legate e anche di questo si è parlato venerdì a Palazzo Donini, senza significativi passi in avanti. In particolare dopo l’uscita dei giorni scorsi del senatore di FdI Franco Zaffini il dossier, complice le difficoltà sulla ricollocazione dell’assessore alla Sanità Luca Coletto, un dibattito che si trascina a fasi alterne da tre anni, i paletti messi dalla Lega, le visioni diverse sull’opportunità o meno di rimettere mano alla giunta a meno di due anni dal voto, e non solo, sembra essere finito definitivamente in un cassetto. Da segnalare, a proposito di dibattito, l’intervento di Francesco Calabrese per il quale, nonostante la giunta sia nata con molti problemi, un cambio ora non avrebbe molto senso.

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