Il vivaio Umbraflor

di Daniele Bovi

Prende una forma sempre più definita il nuovo assetto di potere che ruota intorno al mondo delle partecipate e, come avveniva prima, il manuale di riferimento è sempre l’immortale Cencelli. Mercoledì la giunta regionale ha nominato il nuovo amministratore unico di Umbraflor che è, come si legge sul sito, «la più grande realtà di produzione vivaistica dell’Umbria e una delle più importanti d’Italia al servizio dello sviluppo economico, della promozione dell’ambiente e della tutela della biodiversità». A guidarla sarà l’avvocato perugino Matteo Giambartolomei, uomo di Fratelli d’Italia; classe 1978 e laureato in Giurisprudenza all’Università di Perugia, è «senior partner – spiega la giunta regionale – di uno studio legale associato, consulente legale della Sied Umbria, docente in numerosi corsi di formazione, collaboratore e membro della commissione d’esame alla cattedra di Diritto sportivo (2006/2010), di Diritto privato e di Diritto di famiglia (2005/2010)».

La rete di FdI Quanto al compenso, la giunta lo ha ridotto da 65 mila a 48 mila euro l’anno più l’eventuale 20% legato al raggiungimento degli obiettivi. Con la nomina di Giambartolomei continua ‘l’espansione’ di Fratelli d’Italia nel mondo delle partecipate; nelle ultime settimane il partito ha ottenuto il Corecom, l’Agenzia forestale, Villa Umbra e, nel mirino, ci sono altre caselle importanti. A breve la giunta dovrà indicare i vertici di Sviluppumbria, per la quale in pole da settimane c’è l’imprenditrice Michela Sciurpa che, alle ultime regionali, ha mancato per un soffio l’elezione in consiglio (nei mesi precedenti, sempre per FdI, aveva corso anche alle europee). Per la presidenza di Umbria Jazz invece, da tempo circola il nome dell’avvocato perugino Gianluca Laurenzi, già membro del cda del festival e in forze allo studio in cui lavora Giambartolomei. Nei mesi passati, infine, il partito a Perugia aveva conquistato anche le farmacie comunali dell’Afas con Antonio D’Acunto, un altro avvocato.

Nomine Una rete sempre più larga e una vicenda che va letta anche sulla base di quanto successo mesi fa durante le trattative per la formazione della giunta di Donatella Tesei, quando FdI in un primo tempo aveva indicato Michele Fioroni, salvo disconoscerlo dopo la frenata di Giorgia Meloni. Insomma, l’assenza di FdI in giunta (partito che però ha ottenuto un ruolo di primo piano come la presidenza del consiglio regionale con Marco Squarta) è un tema strettamente intrecciato a quello delle nomine e, tra gli alleati, qualche malumore o sopracciglio alzato c’è. Nelle prossime settimane altre postazioni importanti saranno quelle di Umbria digitale, Umbria salute, Umbria mobilità, dell’aeroporto e di Gepafin, la finanziaria di Palazzo Donini per la quale circola il nome del manager di Simest (società del gruppo Cassa depositi e prestiti) Luca Silla, dato in area Michele Fioroni.

Gesenu e Umbra acque Ma le settimane sono calde anche a Palazzo dei Priori, sede del Comune di Perugia, dove le partite più pesanti sono essenzialmente due: Gesenu e Umbra acque. Per quest’ultima il nome che viene dato in pole position è quello di Filippo Calabrese, l’uomo che insieme al fratello Francesco (ex assessore del Romizi uno) è stato tra i protagonisti principali di Progetto Perugia, la lista che alle comunali di un anno fa ha sbancato ottenendo più voti della Lega e tre assessorati pesanti. Calabrese prenderebbe il posto di Gianluca Carini, altro uomo vicino a Progetto Perugia. Delicatissima la partita Gesenu, così come il dossier rifiuti. Il cda guidato dall’ex presidente della Corte d’Appello di Perugia, Wladimiro De Nunzio, scadrà tra poche settimane con l’approvazione del bilancio 2019 e la riconferma, secondo quanto trapela dal Palazzo, non sarebbe scontata; a scalpitare, infatti, c’è anche la Lega rimasta fuori per il momento da molte nomine pesanti. La discussione è aperta ma le chance di De Nunzio, scelto personalmente da Romizi tre anni fa per occuparsi di un ambito spinoso, rimangono alte.

Twitter @DanieleBovi