di Daniele Bovi, Maria Giulia Pensosi e Marta Rosati

Una sorta di antipasto in vista del 2024, anno che cambierà il volto politico dell’Umbria. In primavera, con tutta probabilità tra la fine di maggio e l’inizio di giugno, saranno in tutto sette i Comuni chiamati alle urne per scegliere sindaci e consiglieri. Complessivamente sono tre i Comuni guidati dalla destra e quattro dal centrosinistra. Le partite politicamente più pesanti saranno quelle di Terni, Corciano e Umbertide, alle quali si aggiungono Cannara, Monte Santa Maria Tiberina, Passignano e Trevi. Nel complesso, candidature che si costruiranno anche con un occhio al prossimo anno, quando in primavera andranno al voto due terzi dei Comuni umbri (compresi Perugia e Foligno), mentre in autunno toccherà alla Regione.

LA MAPPA POLITICA DELL’UMBRIA

Terni Il match clou si giocherà ovviamente a Terni dove quello di Fratelli d’Italia di alcuni giorni fa, nel corso di una conferenza stampa, è stato probabilmente solo un forcing per gli equilibri di un’eventuale futura formazione di governo della città. Nonostante le riserve espresse cioè, è più che verosimile che i meloniani di Terni finiscano per convergere sulla candidatura del sindaco uscente Leonardo Latini nell’ambito di una coalizione che tiene quindi assieme anche Lega e Forza Italia come cinque anni fa e che, a oggi, non c’è motivo di credere che farà registrare strappi con Terni civica rappresentata in consiglio comunale da Michele Rossi, con un protagonismo che, se supportato da largo consenso al voto, potrebbe stavolta portare a uno scranno in giunta come non è stato sin qui nonostante i numerosi rimpasti adottati dal primo cittadino.

PARTECIPATE, IN REGIONE RIPARTE IL VALZER DELLE NOMINE 

Alternativa popolare e Azione Al di fuori della coalizione di centrodestra, quando l’appuntamento con le urne si avvicina, c’è di fatto un mondo ancora tutto da esplorare. Dire che la situazione è fluida forse è meno calzante di espressioni tipo ‘alto mare’. Nonostante l’uragano giudiziario abbattutosi sull’Unicusano che ha finito per travolgere anche la Ternana calcio, che torna sul mercato, il patron delle Fere Stefano Bandecchi si sente il più forte e bravo candidato sindaco di Terni. In città si vede poco: «voglio dare vantaggio agli avversari» dice; ma c’è chi lavora per lui alla composizione di una o più liste anche se la situazione attuale rischia di penalizzare la campagna elettorale in ogni senso. La sua candidatura per Alternativa popolare al momento non pare registrare alleanze politiche, ma solo selezione di aspiranti consiglieri, se non anche assessori, tra la società civile. Da parte di Bandecchi tempo fa un’apertura ad Azione, ma quest’ultima non sembra aver raccolto e, anzi, secondo quanto risulta a Umbria24 starebbe da un lato tendendo l’orecchio al Pd, dall’altro valutando attentamente le mosse dei cosiddetti Innovatori. Dentro questo schieramento in effetti i nuovi calendiani scorgono vecchie conoscenze con le quali un’intesa potrebbe non risultare poi così difficile.

A TODI MAGGIORANZA SALVA PER UN SOFFIO

Centrosinistra D’altro canto però, almeno sulla carta, il Pd nell’ampio spacchettamento della sinistra, dovrebbe rappresentare il partito col più ampio bacino elettorale. Condizionale d’obbligo perché ogni storia è a sé e ogni territorio pure e i giochi di forza che potrebbero determinarsi all’indomani delle primarie per il segretariato nazionale dei Dem rappresentano un tema tutt’altro che secondario per le dinamiche di via Mazzini. Le variabili perché si compia il “miracolo” di una larga coalizione di centrosinistra comunque sono diverse. Intanto se il quadro, come vorrebbe Alessandro Gentiletti di Senso civico, comprendesse pure il Movimento cinque stelle, ci sono questioni a cinque punte da risolvere. L’incandidabilità dei volti più rappresentativi, per regolamenti grillini da non più di due mandati, è una di queste. E vale tanto a Palazzo Spada quanto a Palazzo Cesaroni per intendersi. Poi ci sono le vecchie acredini coi Dem dei tempi di Di Girolamo che l’esperimento delle elezioni provinciali non è riuscito minimamente a neutralizzare. Convivenze rancorose non porterebbero molto di buono.

A sinistra Rifondazione comunista dal canto suo insieme al Partito comunista italiano ha espresso la volontà di creare una lista unitaria che comprenda tutta l’area politica-culturale comunista, ambientalista di sinistra e alternativa. La compagine potrebbe apparentarsi con il M5S, Potere al popolo, altre realtà della società civile e non è esclusa nemmeno la partecipazione di Senso civico che già lavora con Sinistra italiana ed Europa verde e che, durante una recente conferenza stampa, si era detto pronto a una coalizione con i pentastellati. Ma, da quanto si apprende dal vivace ambiente politico, in questi giorni sono in corso interlocuzioni anche tra i Dem e il gruppo di Gentiletti.

I dem Il Pd, come si è detto, è al lavoro per una coalizione ampia di centrosinistra, ma stando ai rumors del momento, non si registrano contatti tra i Dem e Rifondazione comunista. Considerato tutto dunque puntare alla coalizione larga è più facile a dirsi che a farsi e sembra proprio che a fare da ‘spartiacque’ sia Senso civico. Il nodo centrale più ampio per il centrosinistra comunque è il candidato sindaco. Ma se le forze restano alla finestra e non stringono almeno sui programmi, è impossibile ipotizzare che qualcuno si faccia avanti per rappresentare una compagine sfilacciata.

Corciano In provincia di Perugia l’altra partita chiave è quella di Corciano, dove il dem Cristian Betti è arrivato al termine del suo secondo mandato. Il centrosinistra molto probabilmente punterà sul suo vice, Lorenzo Pierotti, ma il problema è capire quali saranno i confini della coalizione. Azione giorni fa ha fatto capire, con il segretario Giacomo Leonelli, che per il Terzo polo un’alleanza col M5S non è possibile (qui come negli altri Comuni), e se il Pd fosse costretto a scegliere alla fine potrebbe siglare un’intesa con Azione e Iv. Quanto al destra-centro, in questi giorni si parla di Alessia Minniti, moglie dell’ex pallavolista Giacomo «Jack» Sintini, anche lei molto attiva nel sociale, ma non è escluso un altro nome per tentare di giocare una partita che qui, per FdI e Lega, sarà complicata.

Umbertide A Umbertide, l’ex Stalingrado umbra dove il centrosinistra cinque anni fa andando diviso ha consegnato la città al leghista Luca Carizia, alla fine il primo cittadino potrebbe conquistare una seconda chance. FdI da tempo punta sulla vice di Carizia, Annalisa Mierla, ma le partite vanno lette anche tenendo conto del 2024: FdI potrebbe puntare direttamente a Perugia (magari con Margherita Scoccia) e alla Regione, lasciando Terni, Foligno e Umbertide alla Lega.

Centrosinistra Situazione molto fluida nel centrosinistra, ancora alle prese con le conseguenze del disastro elettorale del 2018. Un primo tentativo di superare le divisioni c’è (vedi il manifesto firmato da Pd, M5S, CiviciX e pezzi del mondo socialista) e un nome su cui puntare – sempre che accetti di candidarsi – è quello della preside (da pochi mesi in pensione) Franca Burzigotti. Un gran parlare poi in questi giorni c’è intorno alla nascita di Corrente, neonata formazione di sinistra animata da giovani che si è presentata contro «dinamiche e personalismi che hanno allontanato la gente dalla politica». Giampiero Giulietti ha fatto il mea culpa per cinque anni fa e ci sarà da tenere conto anche del Terzo polo, pronto ad andare da solo se col centrosinistra ci sarà il M5S. Tra i nomi in pista anche quello del pluricandidato Gianni Codovini.

Passignano e Cannara A Passignano alla fine l’uscente Sandro Pasquali (Pd) nonostante i problemi giudiziari dovrebbe ottenere una seconda possibilità; dall’altra parte per ora la destra è in alto mare mentre rispuntano i nomi dell’ex sindaco Ermanno Rossi e di Alessandro Moio, candidato contro Pasquali nel 2018. A Cannara il centrosinistra si era diviso cinque anni fa ma stavolta vuol provare a correre unito contro la destra del sindaco Fabrizio Gareggia, che in questi anni ha portato avanti diversi progetti (come quelli sull’impiantistica sportiva, sulla frazione di Collemancio, ma non solo) che hanno avuto sicuramente un impatto positivo sull’opinione pubblica. Pd e soci (senza simboli come avviene nei Comuni più piccoli) proveranno a correre uniti ma la strada è tutta in salita.

Trevi e Monte A Trevi il centrosinistra dovrà difendere l’eredità di Bernardino Sperandio ma la discussione rischia di incartarsi intorno alla definizione del successore: in pole ci sono due membri della sua giunta, Stefania Moccoli e Dalila Stemperini. Una strada per uscirne potrebbe essere quella delle primarie con l’impegno, in caso di sconfitta, di non correre in solitaria favorendo così avversari tra i quali, per ora, non sono emersi nomi. A Monte Santa Maria Tiberina tutto è invece nelle mani della sindaca dem, l’avvocatessa Letizia Michelini: se decidesse di ricandidarsi secondo molti non ci sarebbe partita.

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