di Danilo Nardoni
«Se il governo vuole applicare la nostra piattaforma non c’è bisogno di andare in pensione a 70 anni, si può andare in pensione con 41 anni di contributi». Lo ha detto al centro congressi Quattrotorri di Corciano (Perugia), a margine del suo intervento al Congresso regionale della Cgil dell’Umbria, il segretario nazionale Maurizio Landini, intervenendo così sulla proposta che prevede per il decreto Milleproroghe la novità, che riguarda gli statali, di restare al lavoro fino a 70 anni, su base volontaria, anche se sono stati raggiunti i requisiti per andare in pensione.
Landini a Perugia «Abbiamo presentato la piattaforma, abbiamo avuto un incontro col governo, ma non abbiamo ancora avuto risposte» ha affermato Landini, aggiungendo: «Mi sembra che questo governo stia facendo esattamente l’opposto di quello che aveva promosso durante la campagna elettorale, visto che avevano annunciato che bisognava andare in pensione con 40 anni di contributi a prescindere dall’età».
«Non c’è bisogno di andare in pensione a 70 anni» Per Landini, inoltre, per prima cosa «bisogna soprattutto permettere ai giovani oggi di averla la pensione: questa riforma chiamata ‘Fornero’ su cui nessuno ha ancora messo mano – ha sottolineato – in realtà per i giovani è una follia perché se uno è precario, come sta succedendo adesso, sarà precario anche quando è vecchio e non avrà la pensione. Quindi bisogna introdurre la pensione di garanzia e bisogna fare una riforma vera. Noi su questo stiamo chiedendo risposte molto precise ed insisto: se non avremo risposte siamo pronti anche a mobilitarci».
Botta e risposta con Valditara A Perugia il segretario della Cgil ha anche parlato della proposta del ministro dell’istruzione e del merito Giuseppe Valditara per differenziare gli stipendi per regioni, anche con finanziamenti privati, dicendo che «tornare a una differenziazione di gabbie salariali, come c’era cinquant’anni fa, sia una follia, il nostro Paese è già abbastanza diviso non ha bisogno di aumentare le divisioni». E poi: «Penso che il ministro – ha sottolineato Landini – anziché fare delle dichiarazioni che ci portano indietro cinquant’anni dovrebbe porsi il problema di come affrontare la situazione». Immediata la reazione del ministro: «Non è mai stato messo in discussione il contratto nazionale del mondo della scuola, non ho mai parlato di compensi diversi fra Nord e Sud; ho solo riportato una problematica sollevata da alcune regioni riguardo il differente costo della vita nelle diverse città italiane. Insieme con sindacati e regioni si ragionerà anche di questo aspetto, per cercare soluzioni adeguate in favore di docenti e personale scolastico».
Sicurezza, patente a punti per imprese Morti sul lavoro Landini ha anche commentato il dato del numero delle morti sul lavoro, che anche quest’anno ha superato i mille casi, come ha ricordato giovedì mattina anche il primo presidente della Cassazione Pietro Curzio all’anno giudiziario: «Siamo di fronte ad una vera e propria strage, continuano ogni giorno a morire persone sul lavoro e questo naturalmente non è più assolutamente accettabile e significa che non si sta agendo sulle ragioni che stanno provocando questa situazione. Noi stiamo chiedendo e abbiamo fatto delle richieste molto precise al governo di introdurre una patente a punti di impedire alle imprese che non rispettano le regole di lavorare e di partecipare agli appalti». Su questo fronte, e proprio in queste ore, come ha affermato il segretario della Cgil, «è in corso un incontro col ministero dell’istruzione in cui noi stiamo chiedendo una cosa molto precisa, quella di superare l’obbligo dell’alternanza scuola-lavoro».