Caparvi a Terni con Masselli nel corso della campagna elettorale

di Daniele Bovi

Il giorno dopo il ballottaggio che a Terni ha consegnato la città al patron della Ternana Stefano Bandecchi le acque non si sono placate, anzi. Dentro Fratelli d’Italia la spaccatura era già nota da mesi: da una parte chi, come il coordinatore Franco Zaffini, ha premuto per la sostituzione di Leonardo Latini e dall’altra chi, come il sottosegretario Emanuele Prisco e il presidente del consiglio regionale, Marco Squarta, non aveva nulla contro il Latini bis.

FdI E così dentro il partito che è diventato, dopo le politiche di fine settembre, l’asse portante della coalizione in termini numerici, tira aria da resa dei conti. Il partito perugino imputa al coordinatore la gestione errata di alcune partite recenti, come quella di Città di Castello (dove il destra-centro si è presentato diviso non arrivando neppure al ballottaggio), quella di Spoleto (dove Sergio Grifoni dopo le dimissioni del sindaco De Augustinis ha perso al ballottaggio) e infine Terni.

Aria tesa La defenestrazione di Latini da queste parti viene vista come una forzatura e così le chat WhatsApp di partito ribollono, anche se non tutti sono pronti a buttare la croce addosso a Zaffini che, per ora, ha detto di non voler lasciare il ruolo di coordinatore. Di sicuro FdI dalla partita ternana esce male: non esattamente quello che da queste parti si cercava in vista del 2024, quando ci saranno prima le comunali (occhi puntati in primis su Perugia e Foligno) e poi sulle regionali d’autunno. Se FdI rimane comunque il primo partito, lo scontro servirà anche a chiarire chi dovrà decidere le candidature.

Lega Situazione molto tesa anche dalle parti della Lega. Martedì come da programma è andato in scena il direttivo del partito. L’aria è pesante: il partito a Terni è passato dal governare la città con il sindaco e un nutrito gruppo consiliare a non entrare nemmeno in consiglio; una disfatta politica che si somma a tutto quanto successo nei mesi scorsi sul Latini bis. Ecco perché c’è chi mette nel mirino in primis il segretario Virginio Caparvi nonché i maggiorenti ternani del partito, invocando un cambio della guardia. Questione sul tavolo di Matteo Salvini.

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