Operazioni di scrutinio in un seggio (foto Umbria24)

di Daniele Bovi

Una disfatta epocale. Per il Pd umbro è la notte della sconfitta più pesante, oltre ogni previsione. Dei cinque collegi infatti, i tre della Camera e i due del Senato, gli eredi del partito che ha segnato la storia della regione non riescono a vincerne neppure uno. Alla Camera in quello Perugia-Trasimeno, quello chiave, vince Emanuele Prisco, in quello Foligno-Altotevere si impone in modo ancora più netto il leghista Marchetti contro Bocci, a Terni stravince Nevi con l’ex ministro Cesare Damiano terzo dietro il M5s; negli ultimi due casi, Bocci e Damiano arrivano addirittura terzi. Al Senato ce la fanno Franco Zaffini nell’Umbria 1 e Donatella Tesei nell’Umbria 2, con due vittorie larghe. Ed è curioso che a spuntarla siano due membri di Fratelli d’Italia nonostante il partito di Giorgia Meloni in Umbria non abbia certo brillato, risucchiato in parte dal vero vincitore di questa competizione: nel Cuore verde a trionfare è la nuova Lega trumpiana in blu.

I RISULTATI IN DIRETTA
IL BOOM DELLA LEGA IN UMRIA

Il boom leghista È infatti grazie al vento leghista che i candidati del centrodestra sono riusciti a imporsi in tutti i collegi, dove Fratelli d’Italia si ferma sotto il 5 per cento, Forza Italia a poco più dell’11 per cento mentre la Lega è oltre il 20 per cento, ottenendo percentuali più alte della media italiana. In alcuni territori poi gli ex lumbard – che cinque anni fa ottennero lo 0,5 per cento – toccano punte del 23,5 per cento nel collegio Foligno-Altotevere con record del 27 a Città di Castello, patria di Marchetti, il 34 a Giano, il 30 a Gualdo Cattaneo, il 23 a Gualdo Tadino, il 30 per cento a Nocera. Un partito che quasi doppia l’altro grande sconfitto oltre il Pd, ovvero Forza Italia. L’altro dato eclatante è il fatto che il Movimento 5 stelle in Umbria pur essendo il primo partito non è riuscito a sfondare territorialmente come ha fatto in quasi tutto il sud (e in parte del centro): nella regione i grillini si fermano, si fa per dire, a oltre il 27 per cento contro il 30 per cento nazionale, senza riuscire a eleggere nessuno all’uninominale. L’operazione società civile dunque almeno in Umbria non ha funzionato, fermandosi di fronte alla macchina del consenso, ben più rodata, dei candidati del centrodestra spinti dal turboleghismo.

FOTOGALLERY: I VOLTI DEGLI ELETTI

Notte fonda Per il centrosinistra regionale è invece notte fonda, a partire dal Pd. Benché il partito sia nettamente sopra la media nazionale (nei collegi uninominali il partito è ormai confinato in una ridotta che comprende parte della Toscana e una, minoritaria, dell’Emilia), il 25 per cento dell’Umbria è lontanissimo dal 32 per cento del 2013; quanto agli alleati, +Europa si ferma ben al di sotto del 3 per cento (1,9) mentre gli altri, da Civica popolare a Insieme, ottengono consensi da prefisso telefonico (0,5). E le cose non sono andate meglio a sinistra del Pd, dove per LeU anche in Umbria si deve parlare di vera e propria debacle: se a livello nazionale si ragionava di un possibile 6 per cento, nel Cuore verde il partito di Grasso puntava a una percentuale più alta, specialmente a Perugia. E invece la sconfitta del progetto è durissima e racconta di un sostanziale e ulteriore restringimento dell’area di consenso del centrosinistra, tanto che oggi Pd e Leu non valgono insieme il Pd di cinque anni fa.

PERUGIA E TRASIMENO, ANALISI ZONA PER ZONA

L’onda Lega-M5s Tirando le somme, nell’ex feudo rosso ormai quasi un elettore su due ha scelto Lega o M5s, con la prima che con Salvini ha battuto in lungo e in largo l’Umbria, puntando forte su temi come l’immigrazione e la sicurezza mentre il Movimento governista Di Maio ha raccolto una larga fetta di ceto medio, prendendo il centro della scena politica. Un’onda di piena arrivata da un vasto pezzo di regione con il quale il centrosinistra non riesce più a parlare. Ed è sull’onda di questa disfatta epocale che il Pd si avvia verso il decisivo snodo delle comunali del 2018 e 2019, con le regionali alle porte nel 2020; tre appuntamenti che, visti i risultati, fanno tremare i polsi ai dem. Alla sinistra del Pd, LeU a parte, Potere al popolo è viaggiato intorno alle percentuali preventivate alla vigilia, cioè intorno all’1,3 per cento, e ora bisognerà capire cosa ne sarà del progetto e quali le scelte in vista delle decisive tornate amministrative. Non pervenuta tutta l’area dell’ultradestra, che in Umbria pare essere in grado più di occupare la scena mediatica che di conquistare consensi: Casapound, che vince il ‘derby’, ottiene l’1,2 per cento mentre FN si ferma allo 0,5 per cento.

DATI COMUNE PER COMUNE
MEDIALAB: RISULTATI IN TUTTI I COLLEGI E I COMUNI

Gli assoluti Il confronto con cinque anni fa capire come è cambiato il contesto. In termini assoluti il Pd, passato dal 32 al 25 per cento, ha perso qualcosa come 43 mila voti (da 168 mila a 125 mila); e un calo c’è stato anche per il Movimento di Luigi di Maio, che ottiene 138 mila voti contro i 143 del 2013. Quanto alla gigantesca avanzata leghista, in Umbria gli ex lumbard passano da 3.081 voti a 102 mila; un’enormità.

Destra e centro FdI guadagna più di 10 mila voti, da 14.500 a 25 mila, mentre Forza Italia ne ottiene 56 mila, qualcosa meno della metà rispetto ai 102 mila dell’allora Pdl, dentro il quale c’erano però molti ex An, almeno quelli non transitati con Fini. Il voto di domenica in Umbria certifica la sostanziale sparizione dell’area centrista, oggi priva di quel forte richiamo rappresentato allora da Mario Monti. Un ragionamento che vale sia per il centrosinistra (di Civica popolare si è già detto) che per il centrodestra: Noi con l’Italia-Udc si ferma infatti a 2.500 voti, lo 0,5 per cento mentre la sola Udc nel 2013 ne prese quasi 7 mila.

Affluenza L’altro dato importante che questa tornata consegna agli osservatori è quello relativo all’affluenza: il tanto temuto crollo non c’è stato, anzi. A livello nazionale ha votato il 72,93 per cento contro il 75,24 di cinque anni fa, un calo tutto sommato trascurabile; quanto all’Umbria, i numeri la confermano sopra la media per quanto riguarda la partecipazione: 78,2 contro il 79,5 del 2013. La voglia di partecipare dunque c’è.
Twitter @DanieleBovi

8 replies on “Disfatta per il Pd umbro travolto nei collegi dall’onda leghista: persi 43 mila voti. Sparito il centro”

  1. Si facciano un dell’esame di coscienza per capire dove hanno sbagliato. Se sono onesti capiranno da soli che grazie a loro e in particolar modo Terni è stata affossata grazie a loro@

  2. Quando si fanno disastri come alla ex Novelli che dava lavoro a 800 dipendenti, quando si fanno danni ad un economia, per inciuci tra compagni di merende questo è il risultato.Un azienda salvabilissima con marchi di tutto rispetto, regalata ad amici del PD con operazioni indecenti tenute nascoste a discapito di imprenditori capaci disposti a metterci soldi. Di cosa vogliamo parlare, questo è ciò che succede in umbria…

  3. Non ci sono scusanti, il PD paga la lontananza dai veri problemi dei cittadini e soprattutto da una politica inesistente nei confronti dei giovani.

  4. Questo non è niente, vedrete alle amministrative di primavera e alle prossime regionali. Il popolo è stanco di tanta supponenza, di arroganza che riscontra tra i politici locali ma anche dentro le amministrazioni, con funzionari pubblici pieni di boria, convinti di avere il vangelo in tasca. Basta frequentare i diversi piani del Broletto dove trovi individui che ti fanno capire che Sono Tutto Loro e Tu non sei un Cazzo. Dove non sono riusciti i forconi ci ha pensato la scheda e la cabina elettorale. Avete bisogno di un bagno di umiltà ancora siete in tempo.
    Perpetua et firma libertas

  5. Chi semina disinteresse riceve rifiuti. Continuate ad anteporre i fantasmi del ventennio, continuate ad evocare un’Italia di 80 anni fa per non curarvi e rispondere del PRESENTE. Trascurate il problema del lavoro, fate finta di non vedere le difficolta di chi perde lavoro e dignità. Arroganti e vuoti, il minimo era ripudiarvi. A voi l’onore di aver scritto questa pagina di storia della Sinistra. Abbandonate scena e poltrone. Prima possibile.

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