Francesca Di Maolo

di Dan.Bo.

Al termine di due giorni di riflessione, la presidente dell’Istituto serafico di Assisi Francesca Di Maolo ha deciso di rimanere tra i suoi ragazzi. Non ci sarà dunque l’avvocato alla guida del «patto civico» proposto da Luigi Di Maio, bensì l’imprenditore nursino Vincenzo Bianconi. Il tamtam sul no da parte dell’avvocato era partito con insistenza fin dalla tarda serata di sabato, per poi intensificarsi domenica mattina, quando fonti del Pd e del M5s hanno fatto trapelare che la presidente aveva rifiutato ma che il «patto» non era a rischio, tanto che si stava lavorando sugli altri nomi. Di Maolo ha comunicato il suo no prima alle persone più vicine e poi a chi in queste ore ha tessuto la trattativa. Il comunicato, due pagine in cui spiega perché ha detto no, è arrivato solo quando è stato chiuso l’accordo su Bianconi.

PER DI MAOLO UN SABATO DI RIFLESSIONE

No grazie «La proposta a candidarmi come governatore dell’Umbria – spiega – mi ha raggiunta di sorpresa e nel pieno delle mie attività. La mia vita scorre al Serafico, a stretto contatto con bambini e ragazzi con disabilità grave, per i quali ogni giorno siamo impegnati a fare la differenza tra la sopravvivenza e la vita. Difficile dunque interrompere una corsa appassionata quando potrebbero derivarne delle conseguenze alle persone che ami». Le motivazioni legate al suo impegno nell’Istituto dunque hanno rivestito, come immaginabile, un peso notevole nella decisione dell’avvocato.

LEGA, TUTTI I NOMI DELLA LISTA

Fattore tempo «Da anni sono impegnata a promuovere il tema dell’impegno politico e molti hanno interpretato il mio no come un gesto incoerentei – aggiunge – ma con grande convinzione colgo l’occasione per dire con forza che non è una singola persona al vertice di una qualsiasi istituzione a fare la differenza». «La via per dare voce alla società civile non passa solo nella candidatura di un nome tratto dalla società civile – continua la Di Maolo – ma deve percorrere le strade di quegli organi intermedi in cui poter discernere i problemi che ci affliggono». Infine la presidente del Serafico ha spiegato che a fare la differenza è stato anche il fattore tempo: «Questo cammino verso la costruzione di una politica buona e realmente partecipata ha bisogno del tempo dell’incontro».

CHI È DI MAOLO E IL RUOLO DELLA CHIESA

Il no Il rifiuto arriva dopo quelli di Brunello Cucinelli, Catia Bastioli e Fausto Cardella, mentre in mattinata Stefania Proietti, una volta sfumate le possibilità di candidatura, ha spiegato che il suo obiettivo numero uno è quello di rimanere a fare il sindaco di Assisi. «È sempre stata mia intenzione – ha detto – continuare a essere sindaco di Assisi». Il sindaco ha anche detto che «c’è bisogno di una coalizione ampia, innovativa, basata su un patto civico che proceda unita per il bene dell’Umbria». «Oggi ancora più convintamente – aggiunge – sostengo che dobbiamo chiamare al governo delle nostre istituzioni i cittadini con le migliori energie e competenze chiedendo loro un impegno civico, pro tempore e libero da condizionamenti partitici, legato solo ai valori costituzionali e ai principi fondanti della nostra terra umbra, che vedono in Assisi, città di San Francesco, un faro di ineguagliabile luminosità». A parlare inoltre, annunciando il no della presidente del Serafico, è anche l’ex presidente di Confcooperative Andrea Fora: «Anche Di Maolo – scrive su Facebook – rifiuta la candidatura. A questo punto è chiaro che c’è qualcosa che non va e che deve essere risolta al più presto. Mi prendo qualche ora per riflettere, domattina dirò la mia qui».