di Giorgia Olivieri
Sarà stata la location, ma anche tra il pubblico presente davanti all’ospedale di Perugia, per il comizio di Enrico Letta di giovedì, si è parlato soprattutto di sanità. Giunti ormai alle battute finali di questa campagna elettorale da ombrellone, anche da parte degli elettori del Partito democratico non mancano ramanzine e prediche per il gruppo parlamentare.
Il distacco Ad attendere il segretario del Pd di fronte al Silvestrini non ci sono molti giovani, specialmente se si vogliono contare quelli non tesserati o impegnati politicamente, complice forse l’orario, il giorno e il luogo. Tra il pubblico presente, comunque, si respira un po’ di gelo, come fa notare un 70enne accompagnato da sua moglie: «Questi qui (i candidati, ndr) si stanno salutando solo tra di loro, sono tutti voti sicuri, non c’è un voto prendibile». Il signore, che ha preferito rimanere anonimo, rivela ad Umbria24 con un velo di preoccupazione, che nota una certa «carenza di concretezza, soprattutto nella comunicazione» da parte degli esponenti del partito. «Quello che dispiace – continua – è che sono stati persi di vista i lavoratori e i loro problemi: ai cancelli delle fabbriche non c’è più andato il Pd ma ci vanno Fratelli d’Italia, ci va la Lega, i Cinque stelle e cavalcano la protesta». Anche Alessandro, 27 anni, condivide: «Non conosco quasi nessun candidato e trovo scandaloso, per via della legge elettorale, non poter esprimere le proprie preferenze, nessuno risponde sul territorio agli elettori delle proprie scelte e non ci sono vincoli con i cittadini».
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Comunque meglio di loro Di concretezza si parla, tra gli elettori, soprattutto a proposito della gestione della sanità nella Regione, tema che infuoca con poco gli animi. «C’è certamente stato un declino dopo Concorsopoli – afferma una delle presenti – ma forse lo scandalo aveva inciso ai piani alti, non nell’economia». La signora, anche lei 70enne, spiega di soffrire di problemi al seno e di essersi, quindi, imbattuta delle liste d’attesa sia sotto il Pd che sotto la Lega. «Prima riuscivo a fare una mammografia ogni tre mesi, adesso mi hanno dato un anno e mezzo di attesa per una colonscopia, privatamente ho fatto subito pagando 360 euro, all’ospedale avrei pagato un ticket di 36 o 48 euro». Secondo il marito della signora molto si gioca su come le proposte in materia di sanità saranno realizzare, «ma com’è adesso la situazione – continua la moglie – io lo so, e so che è tutto ‘merito’ della Lega».
La regola dell’alternanza C’è anche chi sostiene che le vicende sanitarie dell’Umbria seguano il naturale corso della storia, come Alessandro, che lega Concorsopoli a un sistema sbagliato più che ai responsabili: «Quando manca l’alternanza nei sistemi politici chi ha il potere poi ne abusa, è normalissimo. In Umbria per settant’anni ha governato la stessa parte politica e quando si crea questa occupazione del potere è inevitabile che gli scandali succedano, di qualsiasi colore siano i politici». Elvira, coetanea che siede insieme ad Alessandro, gli dà ragione portando l’esempio della California, dove governano da tempo i democratici: «Sulla carta è il Paese più progressista del pianeta ma la qualità della vita si sta abbassando tantissimo». La 27enne ammette che la vittoria della Lega in Regione, «cosa di cui non sono assolutamente entusiasta», sia stata una battuta d’arresto necessaria per il Pd.
I dubbi Non possono poi mancare i puntini sulle ‘i’ al tema della scuola, su cui le critiche mosse non sono molte, ma rimangono comunque dei dubbi. Elvira, parlando della proposta di un’istruzione gratuita dalla culla all’università, si chiede se «valga la pena» optare per una formazione universitaria gratuita «per poi dover pagare dei ticket più alti» (sempre alla sanità si torna). Da parte della coppia di signori, invece, continuano i dubbi sulla concretezza delle proposte: «Io sono una che ha studiato attraverso le borse di studio della Provincia, che ai quei tempi là, nel ’68, erano per merito, qui invece si pensa di regalare tutto, si parla sempre e solo di bonus».