All’indomani di un ‘giovedì dal cuore d’acciaio’, si affaccia il consigliere regionale della Lega Daniele Carissimi, con un atto sul ruolo di Palazzo Donini per le sorti di Acciai speciali Terni, dopo il flop del testo bipartisan di alcuni giorni fa.

Siderurgia Reso noto l’avvio della procedura Antitrust sulla cessione dello stabilimento Ast al gruppo Arvedi, all’indomani del lungo confronto tra politici, intellettuali, sindacalisti ed esperti del settore all’Agorà Pd di Terni e dopo alcuni giorni dal balletto politico verificatosi a Palazzo Cesaroni per cui la mozione dell’opposizione sul ruolo attivo della Regione in questa fase di transizione tra Thyssen e l’imprenditore italiano, è stata rinviata in commissione, il leghista Carissimi elabora un atto tutto suo sul tema. «Ambiente, infrastrutture e lavoro. Sono queste – spiega – le direttive in cui l’Ast deve muoversi attuando nuovi modelli di produzione sostenibile. Il futuro di gran parte del reparto produttivo ternano-narnese ha bisogno che la Regione sia parte attiva del processo di passaggio del controllo societario di Ast al gruppo italiano Arvedi.  Con più di 137 anni di storia, un giro d’affari di 1,7 miliardi di euro e circa 2.400 dipendenti, Ast – evidenzia l’esponente del Carroccio – è da sempre uno dei più importanti siti siderurgici europei, fiore all’occhiello nazionale nella produzione di laminati piani e acciaio inox. La transizione sostenibile di Ast è un’occasione irrinunciabile per consentire all’impresa di mantenere un ruolo di protagonista sul mercato europeo e internazionale, ma anche sul fronte della pianificazione del territorio e della valorizzazione delle sue risorse, sia sul piano tecnologico e imprenditoriale che in termini occupazionali».

Ast ad Arvedi Rispetto al dispositivo, poi bocciato, che lo stesso, sottoforma di emendamento al testo originario della minioranza aveva sottoscritto, questa mozione impegna la giunta regionale a stimolare la ricerca e gli investimenti in nuove tecnologie per garantire un rapporto sinergico tra ricerca e industria nel settore dell’acciaio green; a sviluppare iniziative utili ad incentivare infrastrutture materiali e immateriali finalizzate all’attrazione di talenti e alla formazione di nuove figure professionali altamente specializzate nonché alla valorizzazione delle professionalità già presenti all’interno di Ast; a sostenere, nei limiti delle proprie prerogative e funzioni, la riconversione in chiave sostenibile di Ast attraverso la promozione di iniziative che perseguano gli obiettivi di decarbonizzazione ed economia circolare; a farsi parte attiva nella gestione delle potenziali situazioni di conflitto tra imprese, lavoratori e sindacati nella fase di trasferimento della proprietà subordinato all’approvazione dell’Antitrust». Il testo che aveva invece mandato su tutte le furie la presidente di Regione Donatella Tesei, prevedeva monitoraggio costante sull’avanzamento della procedura, coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali e delle parti sociali per lo svolgimento di un ruolo attivo nell’elaborazione di un piano industriale all’altezza delle aspettative e l’organizzazione di una conferenza interregionale del Centro Italia per sciogliere i nodi infrastrutturali.

Acciaieria Thyssen di Terni «La grande sfida che il nostro territorio ha davanti – conclude Daniele Carissimi – è andare oltre l’area di crisi complessa. L’obiettivo è un rinnovato tessuto urbano in cui la fabbrica sia perfettamente integrata con ambiente e società e non rappresenti una minaccia ambientale, ma un esempio di sostenibilità. Terni deve diventare la città green per eccellenza, ribaltandone l’immagine e la riconoscibilità nel segno della salvaguardia ambientale».

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