di Chiara Fabrizi
Caos proroghe sulla restituzione della busta paga pesante riconosciuta ai terremotati umbri e del Centro Italia, che dal primo giugno scorso sarebbe dovuti rientrare dalla sospensione delle ritenute fiscali con l’operazione rateale tramite trattenuta eseguita dal sostituto d’imposta. Col decreto Sblocca cantieri, il sottosegretario Vito Crimi ha annunciato da alcuni giorni la proroga fino al 31 ottobre, ma il provvedimento non è ancora stato convertito in legge e l’incertezza è massima, come confermano da Cgil, Cisl e Uil. In queste ore è anche arrivato l’appello ai parlamentari umbri del presidente della Regione Fabio Paparelli tornato a chiedere sia gli agognati rinforzi di personale per gli uffici speciali della ricostruzione e i Comuni del cratere, che norme per la semplificazione delle procedure di autorizzazione dei progetti e quindi di erogazione dei contributi per la riparazione dei danni. Nella sede di Protezione civile regionale, mercoledì mattina, è stato anche fotografato lo stato dell’arte della ricostruzione in Umbria: 1.288 le pratiche presentate (di cui 1.083 per danni lievi e 205 per quelli pesanti) a fronte delle circa 8.500 attese; di quelle già depositate negli uffici ne sono state autorizzate 508, mentre 137 sono gli interventi conclusi che hanno consentito a circa 260 famiglie di rientrare in casa.
Caos restituzione busta pesante A confermare il caos sulla restituzione della busta paga pesante sono i sindacalisti Filippo Ciavaglia, Bruno Mancinelli e Andrea Russo, che a Umbria24 spiegano come nella riunione del 28 maggio scorso col commissario Piero Farabollini e tutti i sindacalisti delle quattro regioni terremotate fosse «stata, tra le altre, assicurata anche la proroga al 31 dicembre 2019 per la restituzione fino a 120 rate della busta paga pesante, anche se – dicono – avevamo invitato il governo a prendere ulteriormente in esame ulteriori proroghe nell’ambito della prossima legge finanziaria, perché – dicono i tre – i territori sono in forte sofferenza». All’indomani del summit tra sindacati e Farabollini, però, il sottosegretario al sisma Crimi ha annunciato lo slittamento solo fino al 31 ottobre, ma al di là della durata della proroga «il punto è – dicono Ciavaglia, Mancinelli e Russo – che non basta un post o un tweet sui social, ma servono atti e provvedimenti tuttora attesi per evitare lo scompiglio che si sta creando tra i sostituti di imposta per la restituzione della busta paga pesante». Crimi ha anche spiegato di aver comunicato l’arrivo della proroga al presidente dell’Inps, ma l’istituto può essere sostituto di imposta per i pensionati terremotati e per i propri dipendenti, mentre per tutti gli altri c’è incertezza: «Abbiamo numerose segnalazioni – dicono i tre sindacalisti di Cgil, Cisl e Uil – soprattutto da dipendenti di aziende contattati dai datori di lavoro per la restituzione, mentre per il momento per i dipendenti pubblici terremotati non ci sono risultano ancora criticità».
Appello ai parlamentari Nel decreto Sblocca cantieri che deve essere convertito in legge sono attesi anche altri provvedimenti, come il finanziamento per le assunzioni di personale negli uffici speciali di ricostruzione e nei Comuni terremotati, contenuto nella prima bozza del provvedimento, poi sparito dal testo del decreto, ma assicurato dai gialloverdi attraverso un emendamento che dovrebbe garantire i rinforzi di personale nel cratere. Si resta in attesa, anche se in queste ore a suonare il campanello d’allarme, con tanto di appello ai parlamentari umbri, è Paparelli a margine dell’incontro coi tecnici nella sede regionale della Protezione civile: «Temiamo che le richieste dei territori non troveranno adeguate risposte nello Sblocca cantieri, come per la questione del personale che è oggi totalmente insufficiente e che, in assenza di un rafforzamento vero, metterà a rischio l’intera opera di ricostruzione. Per questo rivolgo un pressante appello a tutti i parlamentari umbri affinché ci sostengano in questa nostra azione. Noi riteniamo – dice Paparelli – che la semplificazione vera si può realizzare consentendo ai tecnici ed ai professionisti di autocertificare i progetti, riservando agli Uffici speciali il controllo documentale e la successiva verifica dell’intervento di ricostruzione in corso d’opera. E sarebbe altrettanto importante, per velocizzare tutta l’opera di ricostruzione, il concreto coinvolgimento di tecnici e professionisti privati nella fase dei controlli degli interventi».
@chilodice