di M.R.
L’infrastruttura tesa a decongestionare il traffico dentro il quartiere di Borgo Bovio, indirizzando quello pesante destinato alle acciaierie direttamente al sito di viale Brin, dovrebbe essere presto realizzato e anzi è in corso la procedura di affidamento. Dal gruppo parlamentare Alleanza Verdi-Sinistra, ecco che arrivano tutta una serie di perplessità sull’opera, condensate in un’interrogazione rivolta a tre ministreri: Ambiente, Cultura e Trasporti.
Acciaieria Arvedi L’atto presentato alla Camera, porta la firma di Bonelli e Ghirra. Sul tratto viario che dovrebbe collegare parte del raccordo Terni-Rieti alla Arvedi Ast i due esponenti politici scrivono: «Nel redigere il progetto ad avviso degli interroganti non si è tenuto conto di diverse problematiche ambientali e paesaggistiche: il tracciato impatta su zona agricola del Piano regolatore generale già interessata dallo spostamento di un metanodotto Snam, ci sono importanti variazioni planimetriche ed altimetriche sia nella immissione della bretella sulla strada della Romita (strada di montagna larga appena 5 metri e confinante con un Sin) sia all’ingresso del parcheggio Ast, più basso nella planimetria di almeno 5 metri, dove sono collocati silos di stoccaggio di ossigeno della Linde – sito individuato anche come prossimo luogo di stoccaggio dell’idrogeno verde, con grave pericolo in caso di incidenti per la popolazione del quartiere di Prisciano e del vicinissimo Nuoto Club, frequentato soprattutto da bambini; manca sia la valutazione di impatto ambientale e l’incidenza della camionabile sullo stato dei luoghi».
Bonelli e Ghirra «L’opera – proseguono – nonostante le prescrizioni della Soprintendenza archeologica dell’Umbria, comporterà inevitabilmente notevolissimi impatti sull’ecosistema circostante, come il taglio di piante secolari, compresi centinaia di ulivi protetti, il taglio di boschi ivi presenti, lo spostamento ed utilizzo per le spallette di contenimento della strada del terreno di riporto, pieno di residui delle lavorazioni della vicina Ast: zona piena di
metalli pesanti depositati da oltre 70 anni in terra, come cromo, nichel ed altri inquinanti già attenzionati dall’Arpa Umbria, poiché trattasi di valori centinaia di volte superiori ai limiti previsti dalla normativa vigente. Tutto ciò causerà danni irreversibili alla flora e alla fauna presente, alla salute e alla respirazione dei residenti».
Bretella Ast-San Carlo «Nella zona – scrivono ancora i due deputati – sono presenti cammini francescani che portano alla locale Abbazia della Romita, prima chiesa fondata da San Francesco nella conca ternana; cantiere e strada insistono sulla stretta strada della Romita, con una pendenza di quasi il 20 per cento, strada comunale ghiacciata in inverno, con obbligo di catene, e a ridosso della discarica di Cervara, a soli 5 metri da una località Sin interessata da una bonifica ambientale mai iniziata; se i mezzi pesanti fossero convogliati
su tale bretella causerebbero un danno ambientale, per tutta la zona, con immissioni insopportabili di polveri, rumori, benzene, residui delle lavorazioni, a ridosso dalle abitazioni di un quartiere già tristemente famoso per le immissioni di polveri e scorie dalla confinante Arvedi Ast, dati registrati giornalmente dalla centralina dell’Arpa; l’area inoltre è interessata da un evidente rischio idrogeologico: in meno di un anno si sono registrate ben 3 frane; infine, il progetto, ad avviso degli interroganti, violerebbe l’articolo 11 dello statuto dell’Umbria, che prevede la necessità di politiche di cura per evitare il cambiamento climatico e per la tutela dell’ambiente antropico: valutazione del tutto assente per questo progetto, in una delle zone più difficili della città di Terni, essendo praticabili alternative attualmente utilizzate e che già avevano fatto soprassedere a scelte inopportune sulla realizzazione bretella San Carlo Arvedi Ast per danni ambientali, storici, culturali e poco praticabili anche dal punto di vista strutturale».
L’interrogazione I due deputati chiedono in particolare di sapere «se i Ministri interrogati siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali iniziative urgenti, ognuno per quanto di competenza, intendano adottare al fine di preservare la salute degli abitanti, evitando conseguentemente ulteriori problemi ambientali e paesaggistici in un territorio già compromesso e fragile e di grande interesse culturale; se il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti non ritenga doveroso acquisire elementi, per quanto di competenza, circa le importanti differenze planimetriche ed altimetriche del progetto che potrebbero causare seri problemi di sicurezza per i fruitori; se il ministro della Cultura non ritenga, d’intesa con la Soprintendenza locale, di adottare le iniziative di competenza volte a valutare l’impatto dell’opera rispetto ai cammini francescani e all’Abbazia della Romita».