Il sindaco di Todi Ruggiano (foto © Fabrizio Troccoli)

di Daniele Bovi

Il sindaco di Todi Antonino Ruggiano alla presidenza e, come membri del direttivo, sei Comuni di centrodestra e tre di centrosinistra. È lo schema che ha ricevuto il via libera durante l’assemblea dei sindaci dell’Auri. L’Autorità regionale per i rifiuti e l’idrico era chiamata a rinnovare i propri vertici dopo le dimissioni del sindaco di Corciano Cristian Betti, arrivate a poche ore dalla chiusura dei seggi dei ballottaggi. Il successore di Betti è il sindaco di Todi, eletto all’unanimità mentre nel nuovo direttivo il centrodestra oltre a Ruggiano schiererà i sindaci di Perugia (Andrea Romizi), Terni (Leonardo Latini), Foligno (Stefano Zuccarini), Spoleto (Umberto De Augustinis) e Orvieto (Roberta Tardani); per il centrosinistra invece ci saranno Magione (Giacomo Chiodini), eletto come vicepresidente, Città di Castello (Luciano Bacchetta) e Arrone (Fabio Di Gioia).

I dossier sul tavolo Betti – eletto nel 2017 e il cui mandato sarebbe scaduto nel 2021 – si è dimesso prendendo atto del nuovo quadro politico uscito dalle urne, che ha visto il centrodestra proseguire nella conquista dei Comuni della regione. Quel centrodestra al quale viene ora lasciata la patata bollente dei rifiuti e in particolare il delicatissimo nodo della chiusura del ciclo: il Piano d’ambito regionale infatti è fermo all’adozione del documento preliminare e ora spetterà ai nuovi vertici dell’Auri prendere le decisioni chiave, dalla produzione del Css (il Combustibile solido secondario) al luogo in cui bruciarlo (fuori regione o no?). «Il Piano – ha detto giorni fa Betti congedandosi – sarà il compito più importante del presidente e del consiglio che verranno».

Twitter @DanieleBovi

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