di Eva Bosco
«La stagione aperta dal governo Monti non si esaurisca». L’appello è scritto a chiare lettere nel manifesto sottoscritto dalle associazioni cattoliche che per il secondo anno consecutivo si sono riunite a Todi dichiarandosi «disponibili a impegnarsi al servizio del Paese». Raffaele Bonanni, chiudendo il meeting, ha rafforzato l’endorsement: «La personalità di Monti si staglia di fronte a tanti populisti di destra e sinistra: ha salvato il Paese». E se da un parte i cattolici «non hanno il compito di fondare un nuovo partito cattolico», dall’altra, osserva il leader della Cisl, «siamo fortemente interessati a una nuova offerta politica e facciamo appello a tutti coloro che si riconoscono nell’agenda Monti, nella dottrina sociale della Chiesa e nei valori della Repubblica».
Il messaggio E’ questo il messaggio più chiaro uscito da Todi 2 e se quello di un nuovo partito è ancora un cantiere aperto, che coinvolgerà anche altri soggetti rispetto a quelli schierati nella cittadina umbra, l’appoggio all’agenda Monti è ufficiale. Ma quell’agenda, garanzia per la tenuta del Paese anche nei confronti dell’Europa, va integrata – precisa Bonanni a nome di tutti – con «l’agenda politica dei cattolici che abbiamo messo in piedi a Todi». Dentro c’è l’appello a una nuova legge elettorale, ci sono proposte per riformare le istituzioni dello Stato e per tagliare i costi della politica, per aiutare la crescita e le fasce più deboli della società con un patto per il lavoro. A Todi la disillusione per i partiti, per la loro «persistente incapacità di procedere a un autonomo rinnovamento» – rileva il documento condiviso dalle sigle promotrici dell’incontro, ossia Cisl, Acli, Mcl, Compagnia delle Opere, Confartigianato, Confcooperative, è tangibile.
Otri nuovi «Servono otri nuovi, sennò nel legno vecchio il vino diventerà aceto», sintetizza con una metafora Bonanni. Ma al di là di chi si prenderà la responsabilità di tradurre in qualcosa di concreto, sul piano politico, questa istanza di rinnovamento, di chi ci metterà la faccia – e qualcuno, come il filosofo Dario Antiseri, bacchetta le associazioni cattoliche perché da troppo tempo si limitano a lanciare il sasso – la spinta a costituire un nuovo soggetto politico, è condivisa. Con la consapevolezza, che «al prossimo governo serve una maggioranza autenticamente politica», recita il documento programmatico di Todi 2. Insomma, il tabù del partito è caduto e c’è chi, dietro le quinte, annuncia novità per metà novembre. Il numero uno delle Acli, Andrea Olivero, parla apertamente di «nuovo contenitore» e non nasconde che la possibilità della prossima discesa in campo di una neo-formazione, anche attraverso «la formula leggera della lista civica» non è fantascienza. Luigi Marino, presidente di Confcooperative, chiede di «aiutare la crescita di una nuova forza politica».
Nuova fase E Carlo Costalli, che guida Mcl, da sempre sostenitore dell’idea di un partito, afferma che «ora parte una nuova fase operativa». Non è casuale anche la presenza a Todi di Ernesto Auci, che con «Indipendenti per l’Italia» è entrato a pieno titolo nel laboratorio politico in atto e guarda con interesse a Todi. Alcuni dei protagonisti di Todi stanno ragionando anche su un impegno in prima persona. Bonanni lo ha escluso («resto a fare il mio lavoro di sindacalista»), ma altri vorrebbero candidarsi. Prematuro parlare di un leader, ma qualcuno fa notare che se a Monti venisse chiesto di continuare a lavorare per il Paese e se lui accettasse, il leader c’è già. «Sono a contatto con realtà sociali difficili che hanno pagato le ricadute di alcune misure varate dal governo – fa notare Olivero – ma se a queste persone si chiede: chi altro c’è? allora ti rispondono “meglio Monti”».