Solidarietà, partecipazione, condivisione delle scelte e delle responsabilità, impegno. E la politica come servizio per un Paese che sappia guardare lontano. E’ questa l’alternativa che il Partito Democratico e il centrosinistra suggeriscono ai cittadini che il 15 e 16 maggio saranno chiamati alle urne per il rinnovo della amministrazioni locali. Ne è convinto Enrico Letta, vicesegretario del Partito Democratico, che giovedì è sbarcato in Umbria per sostenere i candidati e la proposta politica e programmatica del centrosinistra. Prima ad Assisi, con Carlo Cianetti e con gli aspiranti consiglieri comunali del Pd. Poi a Città di Castello, con Bacchetta e i Democratici tifernati. Con un augurio: «Confermare il buongoverno del centrosinistra e vincere questa sfida affascinante».
Bottini: Assisi merita di meglio Per il segretario regionale del Pd Lamberto Bottini «il centrosinistra e il Partito Democratico sono competitivi ovunque. E sono competitivi anche ad Assisi, dove riteniamo di aver messo insieme una coalizione compatta, che vuole governare e che raccoglie il bisogno di discontinuità di una città che merita altro rispetto alle violente contrapposizioni interne che stanno caratterizzando l’azione politica e la campagna elettorale del centrodestra. Crediamo di avere gli argomenti giusti, patrimonio di candidati autorevoli a cui auguro di avere la forza, l’energia, la convinzione necessarie per mettersi a disposizione di un’altra politica».
Letta: i sindaci? Capitani di una nave «Non cadiamo nella trappola di Berlusconi – ammonisce invece Letta -: queste elezioni non sono un referendum contro di lui». Il Pd, sempre secondo Letta, deve rimarcare la sua «alterità» rispetto al progetto culturale e politico del centrodestra. «Noi siamo quelli più attenti al tema civico – spiega Letta – al fatto che si vota un sindaco. Siamo convinti che la ricetta di Berlusconi, che affida le risposte al Demiurgo, è l’esatto opposto rispetto a quello di cui c’è bisogno. C’è bisogno di sindaci che siano come i capitani di una nave, capaci, in tempi di tempesta come questi, di richiamare tutti e ciascuno alle proprie responsabilità. Ognuno deve fare la sua parte, abbiamo bisogno di amministrazioni che accompagnino le comunità e facciano emergere le energie necessarie».
Lo sfarinamento di una comunità Questo perché il Paese ha bisogno di ritrovare una dimensione culturale di solidarietà, di condivisione delle scelte e degli obiettivi, di partecipazione. «Secondo un sondaggio di Pagnoncelli – sottolinea Letta – il 70% degli italiani pensa di cavarsela, quest’anno, meglio dell’anno scorso. Lo stesso 70% pensa che l’Italia, invece, se la caverà peggio. Questo dato ci racconta un Paese di individualismi. C’è la sensazione che Berlusconi abbia vinto più culturalmente che politicamente, innescando uno sfarinamento dell’idea di comunità».
I trentenni? Una volta erano il motore del boom Centrale, per il vicesegretario Pd, la questione dei giovani. «I trentenni sono stati il motore del boom economico degli anni ’60: lavoravano, si sposavano, facevano figli. Oggi i trentenni sono precari, sono mantenuti, non fanno figli». Sul tema il Pd non si è limitato a denunciare le mancanze del governo, ma ha rilanciato proposte concrete. Delle tante una – una proposta «shock» l’ha definita Letta: dare un freno ai finanziamenti a pioggia, che non servono, e sostenere chi assume giovani sotto i trent’anni per almeno tre anni. L’unica misura messa in campo dal governo, invece, tende a tamponare la crisi incentivando per nove miliardi di euro gli ammortizzatori sociali. «Senza incentivi alla nuova occupazione – secondo Letta – manca la prospettiva».