I carabinieri questa mattina dentro palazzo Cesaroni, sede del consiglio regionale (foto F.Troccoli)

di Daniele Bovi

Il rumore degli arresti che hanno terremotato Gubbio è fortissimo e scuote i palazzi della politica perugina fin dalle prime ore del mattino. Dentro Rifondazione comunista c’è un ovvio sgomento per la notizia esplosa come una bomba all’alba di una mattinata glaciale. Glaciale come la nota diffusa poche ore dopo dai vertici del partito (Paolo Ferrero, Stefano Vinti, Enrico Flamini e Damiano Stufara) ormai da tempo in rotta con Goracci e con larghissima parte del partito eugubino. Dopo aver ribadito la «totale fiducia nella magistratura» il Prc ricorda «come gli organismi del partito insieme al gruppo consiliare regionale avevano disposto, già lo scorso 5 novembre, subito dopo la semplice informazione di garanzia rivolta a Orfeo Goracci e Maria Cristina Ercoli, e dati i reati che allora venivano contestati, la sospensione degli stessi dal partito e la richiesta di dimissioni dalle cariche istituzionali ricoperte».

Chiesta la sospensione dal Consiglio Dimissioni mai date dopo una «pubblica polemica nella quale gli stessi Goracci ed Ercoli accusavano il Prc di averli condannati prima della magistratura». Nel pomeriggio Damiano Stufara chiede poi «ufficialmente» al presidente del Consiglio regionale dell’Umbria e ai colleghi presidenti dei gruppi consiliari «di avviare immediatamente le procedure previste dalla legislazione nazionale, per la sospensione dalla carica di consigliere regionale di Orfeo Goracci». Contatti in tal senso per capire il da farsi ci sono stati nel corso della giornata tra alcuni consiglieri e i dirigenti di palazzo Cesaroni.

Siamo parte lesa Rifondazione spiega poi di essere «parte lesa», una posizione che con tutta probabilità verrà mantenuta in futuro anche nel corso di un eventuale processo. Con questa nota gelida dunque il Prc scarica definitivamente Goracci e gli altri e rivendica di aver fatto propria da tempo la cosiddetta «questione morale: per tale ragione riteniamo politicamente che i rappresentanti dei cittadini nelle istituzioni debbano sempre dimostrare una specchiata ed incontrovertibile etica pubblica. Lo ritenevamo ieri, quando altri partiti della maggioranza regionale si sono opposti alle dimissioni di Goracci che noi chiedevamo, e lo riteniamo ancor più oggi di fronte all’evoluzione che la vicenda ha avuto».

FOTOGALLERY: I CARABINIERI TORNANO IN COMUNE A GUBBIO

L’Idv sospende Cappannelli A palazzo Cesaroni il Pdl si muove coi piedi di piombo, convocando per mercoledì alle 11 una riunione del gruppo consiliare «per valutare la delicata vicenda che investe l’intera Regione e definire la posizione del gruppo stesso». In casa Idv invece, a norma di statuto, si procede subito alla sospensione del consigliere comunale Graziano Cappannelli, anche lui arrestato. Paolo Brutti, segretario regionale del partito, spiega di aver appreso la notizia «con grande preoccupazione» e motiva la decisione, grazie alla quale Cappannelli decade da tutte le cariche nel partito e nelle amministrazioni, in base «ai poteri conferitomi dallo statuto per la difesa dell’immagine e dell’integrità del nostro partito». Cappannelli, ricorda poi Brutti, aveva anche sottoscritto il patto etico predisposto dall’Idv. «Confido pienamente – conclude Brutti – nell’operato della magistratura e nel fatto che Cappannelli saprà far valere le sue ragioni nella prosecuzione dell’inchiesta a suo carico e del giudizio».

Marini: profonda preoccupazione Sulla vicenda fa sentire la sua voce anche la presidente della Regione Catiuscia Marini che parlando degli arresti dice come questi suscitino «una diffusa preoccupazione in noi e nell’opinione pubblica regionale». «L’azione della magistratura – aggiunge Marini – al di là della posizione giudiziaria dei singoli, non può che interrogare la politica e le Istituzioni sull’esigenza di una sempre maggiore trasparenza e correttezza dell’attività amministrativa, garanzia imprescindibile per riconquistare la fiducia tra cittadini ed istituzioni».

Guerrini invita alla calma Dalla sua stanza poi il sindaco di Gubbio Diego Guerrini invita tutti alla calma: «Vorrei esprimere un messaggio di tranquillità e di stabilità a tutti gli eugubini, per la certa continuità dell’attuale azione di governo della città». «Il consiglio comunale – ha aggiunto – è la sede più opportuna, nel profondo rispetto istituzionale, in cui, nelle previste comunicazioni del sindaco, intendo effettuare le mie dichiarazioni».

Il centrodestra carica Dal centrodestra invece arrivano reazioni tutt’altro che tranquillizzanti. Udc, Futuro e Libertà, il deputato pdl Rocco Girlanda e la Lega caricano a testa bassa parlando di «fine della superiorità morale della sinistra» e di un sistema «feudale» di gestione del potere. Gianluca Cirignoni, consigliere regionale padano, non usa mezze misure e parla di «”piovra rossa” che utilizza le istituzioni democratiche come tentacoli per causare la “morte sociale” delle sue vittime e procurare ingiusti vantaggi ai suoi affiliati, il tutto con grave danno per la collettività».

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  1. Finalmente emerge che l’Umbria è patria di corruzione e imbrogli, tra i compagni del PC che si spartiscono appalti, lavori e qualsiasi iniziativa umbra: Corsi di formazione fasulli, appalti alle aziende amici dei “Compagni” ed altro. La Magistratura dovrebbe indagare anche alle innumerevoli “pozze” scavate ad Orvieto ufficialmente per creare laghi artificiali, ma che servono per estrarre ghiaia. L’attività, permessa ormai da anni ai soliti compagni, sta distruggendo il paesaggio umbro e cambiando la topografia dell’area. Nessuno, ovviamente, dice nulla.

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