di Daniele Bovi
Sarà dedicata a Vittorio Franchini, morto pochi giorni fa, l’edizione numero 22 di Umbria Jazz Winter presentata martedì a Perugia e sulla quale il direttore artistico Carlo Pagnotta non ha dubbi: «Il successo è garantito». Un’Umbria Jazz che guarda anche ai giorni difficilissimi che sta vivendo Terni tanto che, come ha spiegato il nuovo direttore amministrativo della Fondazione Uj Luciano Linzi (in conferenza stampa insieme al sindaco di Orvieto Fabrizio Germani, all’assessore regionale alla Cultura Fabrizio Bracco e a quello comunale Vincenzina Anna Maria Martino), «stiamo valutando un’iniziativa a sostegno degli operai di Terni. Questo perché anche la cultura deve fare la propria parte».
Bel programma Pagnotta ha parlato di un «bel programma adatto al periodo festivo, l’unica importante manifestazione dedicata al jazz che c’è in quel periodo dell’anno». Un periodo quest’anno più lungo dato che la musica a Orvieto inizierà il 27 dicembre e non il 28 come da tradizione, mentre il giorno di chiusura è rimasto il solito, ovvero il primo gennaio. Sei giorni, guardando il programma, a cavallo tra l’Italia e New Orleans. Molti infatti sono i jazzisti italiani presenti, alcuni di essi impegnati anche in più progetti, così come quelli che arrivano dalla Louisiana. In cartellone spicca l’omaggio che il quintetto guidato da Joe Lovano e Chris Potter ha deciso di mettere in piedi per i 50 anni di A love supreme di John Coltrane.
Il programma Al festival torna poi Jonathan Batiste accompagnato dagli Stay Human («vanno fortissimo» dice Pagnotta), che si esibirà anche in duo con quello che viene chiamato «Il principe di New Orleans», ovvero Dawell Crawford, per una serata all’insegna della tradizione musicale di New Orleans. Rimanendo nella città della Louisiana, in cartellone ci sono anche il sestetto di Don Vappie e Evan Christopher, i Blues express di Patrick Williams e la Road home band di Cynthia Bland. Venature carioca invece grazie al nuovo lavoro del quartetto guidato dal clarinettista Anat Cohen. Venendo invece al jazz di casa nostra, Paolo Fresu e Danilo Rea saranno al centro di progetti musicale diversi: il primo in duo con Omar Sosa, Daniele di Bonaventura e lo stesso Rea, che poi con Enzo Pietropaoli e Fabrizio Sferra darà vita ai concerti dei Doctor 3.
Tanta Italia Sul palco anche il trombettista Fabrizio Bosso, il pianista umbro Giovanni Guidi con la Rebel band diretta da Dan Kinzelman e il trombonista Gianluca Petrella. Atmosfera diversa invece con la cantautrice Chiara Civello, vista anche sul main stage dell’edizione estiva, che accompagnata da Nicola Conte presenterà il suo ultimo lavoro che si chiama «Canzoni» (di cui Conte è produttore), una serie di interpretazioni del repertorio italiano dagli anni ’60 ad oggi. Dopo qualche anno di assenza tornano ad Orvieto poi due musicisti molto amati dal pubblico del festival, ovvero Renato Sellani e Massimo Moriconi. Da ascoltare poi i Quintorigo che con la batteria di Roberto Gatto offriranno la loro personale lettura del genio musicale di Frank Zappa.
Top Jazz Lungo le vie di Orvieto immancabili saranno poi le street parade dei Funk Off, il cibo e il buon vino a fare da contorno al piatto forte dei concerti. A Orvieto poi farà il suo debutto al festival Ainé, definito come uno dei migliori nuovi talenti della musica R&B italiana, mentre un ritorno è quello del folk-jazz di KJ Denhert. Protagonisti con un concerto in programma il primo giorno del festival saranno anche i migliori studenti della Berklee summer school che si tengono ogni estate a Perugia (nel 2015 si festeggerà il 30esimo anno), mentre l’ultimo giorno la rivista Musica Jazz ha chiamato a raccolta i critici italiani per la 31esima edizione del ‘Top Jazz’, il referendum indetto dal mensile che premierà il miglior disco del 2014, il musicista dell’anno, il gruppo dell’anno, il nuovo talento e la ristampa dell’anno.
Uj nel cuore «Dipendesse dal jazz – ha commentato Pagnotta che ha voluto fare gli auguri a Perugia in vista di venerdì, quando verrà assegnato il titolo di Capitale europea della cultura 2019 – vinceremmo di sicuro». Quella del 2014 sarà la prima edizione per il nuovo sindaco, che parla di «una Orvieto pronta – ha detto – ad accogliere quella che è la sua più grande manifestazione entrata ormai nel cuore degli orvietani». Spostando infine l’attenzione alla prossima edizione estiva, qualche speranza in più sul fronte delle risorse arriva «da un governo – ha detto Bracco – finalmente attento al mondo del jazz e con un ministro appassionato».
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