La copertina

di M.Alessia Manti


È arrivato, puntuale come un orologio svizzero: perchè Sanremo è Sanremo. Ma anche: perchè Sanremo è Sanremo? A poche ore dall’inizio dell’edizione 2013 del festival della canzone italiana – che da anni la canzone italiana non rappresenta più – diciamo subito che quest’anno sul palco dell’Ariston c’è un po’ di Perugia. Di nome fa Daniele Pampanelli e ha realizzato la copertina di «Cinque, la luna e le spine», disco che i Marta sui Tubi faranno uscire in questi giorni sanremesi.
Ogni edizione del festival prevede da copione che ci sia una voce fuori dal coro, un alieno: il 2013 è la volta della band siciliana cresciuta in via del Pratello, a Bologna, che arriva in riviera ligure per cercare di sdoganare l’immagine del gruppo indie, così come hanno fatto precedentemente gli Afterhours ed i Marlene Kuntz. A Sanremo canteranno due brani inseriti nel loro quinto disco la cui cover è firmata dal grafico perugino.

Dagli appunti visivi in poi Lo avevamo incontrato in occasione di Blocco Note, la sua mostra al teatro Pavone durante Gli Incantevoli, rassegna musicale delle voci emergenti. Perugino, 39anni, lavora come art director presso Archi’s comunicazione di Perugia. Nelle sue agendine che raccontano con disegni a biro e matita i concerti a cui assiste c’erano anche i Marta. Come ci dice si erano incrociati varie volte «la prima, ma loro nemmeno si ricorderanno, fu quando chiesi i diritti per l’utilizzazione di un loro brano per un video che producemmo per festeggiare il 25 aprile, il primo maggio e il due giugno con l’agenzia per cui lavoro come art director, Archi’s comunicazione di Luca Broncolo».

Galeotto un secret concert Galeotto fu però un secret concert che loro tennero ad Assisi, dove, come sua abitudine, ne ricavò un’illustrazione che i Marta videro su Facebook. Un appunto visivo che piacque molto e che fu utilizzata per la copertina di un live che la band  distribuì online lo scorso anno, dando inizio ad una collaborazione successiva in occasione de «La notte delle coincidenze». «In quell’occasione realizzai l’immagine della data di chiusura del tour 2012 e riuscì a farmi approvare una proposta diversa dai loro standard soliti, che venne poi declinata su volantini, T-shirt e gadget. Da lì a poco gli commissionano la copertina di Cinque lune, il 31 dicembre. Altro che botti di capodanno!». Tutto è avvenuto molto in fretta dalla fine delle registrazioni del disco – nemmeno dieci giorni fa – a tutti i vari passaggi di artwork e proposte.

La copertina Il lavoro di grafica che segna un cambiamento visivo molto incisivo. Si tratta infatti del primo album dei Marta senza il loro logo storico. «Molto street e male si abbinava alla coerenza di tutto il lavoro così come l’avevo pensato e impostato. Non ho avuto la pretesa di raccontare il disco, e sovrappore il mio racconto al loro. Ho ascoltato alcuni brani del disco, quelli che erano pronti, a volte proprio delle bozze registrate per la prima volta. Mi ha colpito in particolare l’atmosfera matura di pezzi come Grandine ma anche l’esplosività solita dei Marta e le spiegazioni che davano alla scelta di Cinque, come numero ricorrente a questo punto del loro percorso, il richiamo al quinto comandamento. Tutto questo mi suggeriva un cambiamento, come quella delle fasi lunari, delle tante facce della luna». Pochi elementi, forti, riconoscibili e comunicativi: la luna e le spine, un’immagine semplice e al tempo stesso forte, «un’immagine forse didascalica che ho cercato di trattare in maniera inusuale, originale. Poi ho disegnato il lettering, eclissandolo attraverso l’elisione di alcuni particolari delle lettere, creando un titolo che fosse esso stesso lunare e al tempo stesso spinoso, pungente. E che mantenesse un alto grado di leggibilità. Infine, per meglio dire, all’inizio, visto che è stata la prima cosa sulla quale ho lavorato, ho creato il monogramma del 5 ricavato dalla Q».

Lavorare a Perugia Daniele Pampanelli è uno a cui piace il suo lavoro, lo dice chiaramente. E gli piace farlo nella sua città, affrontando le difficoltà e i rischi. «Perugia non è certo considerato il centro della grafica: per le opportunità, per le ambizioni di carriera si pensa sempre ad altre piazze. Invece io sono convinto di alcune cose. Uno, che il nostro lavoro è un po’ una missione, che t’assorbe la vita, ma veramente ti permette di essere utile, che si debba mettere sempre a disposizione della propria comunità le proprie capacità, che la carriera e le ambizioni debbano essere conciliabili con la propria idea di vita, con la propria idea di società, che crescere nella propria professione non coincida se non in piccola parte con avanzamenti di carriera o soldi.

Cronaca del festival Daniele – chi bazzica su Facebook durante le serate della kermesse lo sa bene – è un commentatore irriverente e divertente. Quest’anno ci è mancato poco che il tutto avvenisse ancora più in diretta. «Ma ti rendi conto che sarebbe stata la mia telecronaca dall’Ariston? Non mancherò comunque all’appuntamento. Sento già il sangue!»