Una linea ferroviaria in Umbria

Il progetto di un treno a idrogeno che dalla Toscana arriva in Abruzzo, attraversando l’Umbria e che vede coinvolti colossi economici per la sua realizzazione non vede tutti d’accordo. Tra questi c’è Alessio Trecchiodi, pilota di aeronautica militare, attualmente in pensione, esperto di trasporti ed esponente umbro dell’associazione Italia Nostra.

IL PROGETTO

La critica Il progetto, va ricordato, ha già percorso diverse tappe: lo studio di fattibilità della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, i pareri di ministero dei Trasporti e Commissione europea, il tavolo tecnico del Mise (ministero dell’Economia e delle finanze) e vede coinvolti due colossi economici Iberdrola e Aecom, la prima leader mondiale nell’energia rinnovabile, la seconda nelle infrastrutture in 150 Paesi del mondo. Il nuovo treno della tratta Appenninica Sansepolcro-Sulmona, per il tratto umbro, dovrebbe viaggiare lungo la linea Fcu (Ferrovia centrale umbra). «Le elettromotrici a trazione a idrogeno – spiega Trecchiodi – sono sostanzialmente delle elettromotrici che non captano la corrente elettrica dalla catenaria, ma se la producono a bordo. Ovviamente per fare questo, hanno bisogno di un serbatoio nel quale viene contenuto l’idrogeno allo stato liquido ad elevata compressione, oltre a una sofisticata apparecchiatura per ottenere, dalla materia prima, l’elettricità necessaria ai motori di trazione. Si intuisce subito – aggiunge Trecchiodi – che piuttosto di ovviare all’installazione della catenaria elettrica, andiamo a mettere sui binari un mezzo più costoso sicuramente, ma anche più pesante della classica elettromotrice». Trecchiodi sostiene quindi che sarebbe stato meglio elettrificare, «come tra l’altro previsto», il tratto attualmente non elettrificato, e consentire alla locomotiva di viaggiare a energia elettrica prodotta dalla catenaria (il cavo a cui è agganciato il treno) piuttosto che realizzare un treno a idrogeno «più costoso e meno efficiente».

Le domande «La direttrice ferroviaria tosco/umbro/abruzzese – spiega ancora Trecchiodi – ha una lunghezza di circa 314 chilometri, di cui 150 già elettrificati. La mancanza della catenaria riguarda la tratta Terni-Rieti-l’Aquila-Sulmona che è di 164 km, la cui elettrificazione risulta essere già nei piani Rfi. Non ha quindi nessun senso – conclude Trecchiodi – proporre la trazione ad idrogeno in un simile scenario». Infine una domanda: se prossimamente quindi, da Perugia a Pescara via Assisi-Foligno, come da Sansepolcro, via Todi, la linea sarà completamente elettrificata, per quale ragione si pensa a un progetto alternativo? Chi ha interesse di interrompere il processo della completa elettrificazione? Ma la politica, con Melasecche in testa, cosa fa?»

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