di Augusto Magliocchetti*

«’Si dice il peccato ma non il peccatore’. Questo antichissimo principio agostiniano che caratterizza la pastorale ecclesiastica della chiesa cattolica mi è tornato in mente ascoltando i commenti dei nostri politici dopo il recente incontro con il ministro Urso e la governatrice umbra. Sono ormai più di un anno che questo territorio attende il patto territoriale cui è legato il progetto industriale come più volte ricordato dalla nuova proprietà della Arvedi-Acciai Speciali Terni. Questa vicenda se si dovesse individuare un aggettivo che la dipinga credo non possa essere che la riservatezza».

Augusto Magliocchetti

Patto di territorio senza compliance Tutti gli incontri tra proprietà e amministrazioni centrali e periferiche sono sempre stati ammantati dal più assoluto vincolo di segretezza quasi che un minimo di ‘compliance’ potesse rappresentare un vulnus ad ogni futura possibilità di sviluppo dell’azienda e del territorio. Ora, che il Cavaliere Arvedi, prima di illustrare nel dettaglio il piano industriale di potenziamento delle capacità produttive e degli investimenti in materia ambientale, voglia conoscere quali possano essere i fattori di localizzazione e le politiche di settore delle amministrazioni ci sta; perché un imprenditore serio, per poter valutare sia l’impatto economico che i tempi di ritorno dell’investimento, non può non chiedere di conoscere e di accedere ad eventuali finanziamenti e sapere quali saranno gli investimenti in infrastrutture e servizi che Terni e le sue amministrazioni potranno garantirgli. Un po’ meno comprensibile è la riservatezza, almeno nella definizione e nella individuazione di quale possano essere le linee di indirizzo in materia di fattori ambientali e di potenziali finanziamenti che le amministrazioni intendono mettere sul tavolo della trattativa. Peraltro queste scelte non impattano solo sulle responsabilità del policy makers ma debbono coinvolgere l’intera comunità, le parti sociali e gli stakeholders coinvolti latu sensu nell’investimento. Non dimentichiamo per esempio quanta parte abbiano avuto le risorse naturali e la presenza di correlate virtualità localizzative nella nascita della siderurgia ternana e nell’articolazione del suo sviluppo».

©Fabrizio Troccoli

Quanta sospetta segretezza «Tralasciando, per un attimo, i fattori tradizionali di scuola quali il capitale, il lavoro e la conoscenza in quanto produttrice di imprenditorialità e di informazione manageriale, se ci focalizziamo sugli elementi di contesto locale il pensiero non può che andare ad alcune peculiarità tecniche quali la fornitura di energia, l’organizzazione dei trasporti, la presenza di infrastrutture di collegamento ai porti ed alle aree di distribuzione dei manufatti, alla tradizione artigianale che arantisce la presenza di una formazione in campo necessaria a un’industria contemporanea. A questi aggiungerei due aspetti rilevanti sui quali misurare la capacità amministrativa dei soggetti politici. Al primo assegnerei la problematica dei fattori demografici poiché la popolazione costituisce per l’industria un serbatoio di manodopera e rileva, nel cicli economico, sia sul versante della domanda che dell’offerta. Non pensiamo solo all’incremento delle nascite ma alla presenza di servizi e strutture che possono favorire il lavoro delle coppie così come la pianificazione territoriale che attenui gli squilibri abitativi e influenzi quello che in termini moderni viene definita ‘amenity’ cioè benessere ambientale. Al secondo includerei i processi di formazione e di incremento delle conoscenza e delle competenze garantite dalle reti scolastiche, dalla formazione specialistica di secondo livello, dalla Università specie per le facoltà più collegate alla innovazione tecnologica anche per meglio intercettare il patrimonio ottenuto dall’apprendimento empirico (learning by doing). Sono argomenti su cui si dibatte da tempo e che hanno visto confronti anche aspri, ma per i quali la riservatezza ha poca rilevanza mentre il dibattito e la sintesi tra le varie impostazioni può rappresentare un valore aggiunto.

Accordo di programma Arvedi-Ast Quindi la riservatezza, specie relativa a questo secondo blocco, è davvero una precondizione o un utile escamotage per nascondere la carenza o la debolezza delle proposte? Veniamo al ‘peccato e al peccatore’. Fino a un paio di mesi fa sembrava essere la Ue la zavorra che impediva la formalizzazione dell’accordo anche se il nuovo Regolamento in materia di aiuti di Stato ha visto la luce all’inizio di marzo ma dopo una lunga interlocuzione con i singoli Stati. Del resto, la mancata pubblicazione del nuovo Regolamento non ha impedito alla Spagna e alla Francia di farsi approvare ad inizio anno gli investimenti (di circa cinquecento milioni di euro cadauno) sugli stabilimenti di Gijon e Dunkerque. Era dunque un vero ostacolo o una mancanza di capacità negoziale a Bruxelles? Nell’incontro al Ministero il ‘peccato’ è diventata la burocrazia quale soggetto astratto.

Tesei, Urso e Fioroni (foto Rosati)

La burocrazia Se l’individuazione delle responsabilità è il primo principio del confronto dialettico e l’indicatore principale nella libera e democratica scelta degli attori politici ed amministrativi non basta assegnare la Croce ad un soggetto metafisico ma, in questo caso, individuare il ‘peccatore’. I ritardi vanno recuperati e le eventuali strozzature amministrative rimosse, con provvedimenti e tempistiche definite che per essere tali vanno ‘battezzate’ siano esse a livello nazionale che locale. Se c’è un dato positivo dell’incontro infatti questo è rappresentato dal vincolo temporale individuato nel 30 giugno. E questo non perché si è definita una data ma in quanto questa data è quella normata come termine ultimo per la presentazioni di progetti legati al bando del ministero dell’Ambiente e relativo al primo miliardo di euro degli interventi assegnabili a investimenti nel campo della produzione dell’idrogeno nei settori had to abate. Vogliamo sperare che nei progetti finanziabili anche questo trovi posto e che si inizi il percorso sia del potenziamento dei volumi e del mix di Ast ma anche l’inserimento di processi produttivi innovativi per una necessaria sostenibilità della futura produzione siderurgica».

*Federmanager Terni

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