Il Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Perugia

di Elisabetta Zanetti* 

Il progetto nasce dalla volontà di estendere le ricadute del patrimonio di conoscenze e tecnologie del nostro Dipartimento al servizio dei più vulnerabili, in un fruttuoso interscambio tra realtà accademica e realtà clinica, grazie alla collaborazione dell’Officina Ortopedica Semidoro di Perugia. Oltre al Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia è stato coinvolto il Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Industriale dell’Università degli Studi di Brescia, al fine di mettere a confronto metodi di scansione senza contatto per un rilievo minimamente invasivo delle superfici e dei volumi dei segmenti corporei e la realizzazione di presidi ortopedici su misura. In particolare, le nuove tecnologie utilizzate nel corso di questa attività comprendono scanner a luce strutturata, in grado di offrire non solo standard di comfort più elevati, ma anche maggiore affidabilità e accuratezza: questo tipo di strumenti possono infatti rivelarsi altamente strategici nel trattamento di pazienti ‘difficili’, ovvero scarsamente collaborativi. La digitalizzazione delle geometrie consente inoltre di archiviare in maniera semplice lo ‘status quo’ dei pazienti, onde seguirne il follow-up con alti standard qualitativi. Il coinvolgimento di Giovanni Semidoro, tecnico ortopedico e direttore della Semidoro s.r.l., con il quale abbiamo già intrapreso progetti scientifici grazie alla convenzione di partenariato, ha consentito di porre in essere anche aspetti applicativi del progetto quali la realizzazione di corsetti e tutori ortopedici in grado di adattarsi perfettamente ad ogni soggetto specifico, grazie ad una progettazione con le suddette tecnologie e le competenze messe a disposizione da tutti gli attori del progetto. Con piacere ho riscontrato una grande apertura, verso l’introduzione di soluzioni innovative, da parte dello stesso Giovanni Semidoro, da sempre impegnato nella ricerca dell’eccellenza nella realizzazione di corsetti per scoliosi su bambini in età evolutiva, e più in generale di ausili ortopedico-sanitari su misura (protesi di arto inferiore per amputati, tutori per poliomielitici, ecc.), fin dalle prime collaborazioni con il Prof. Jacques Cheneau (medico ideatore del corsetto divenuto famoso in tutto il mondo).

L’impatto sulla qualità di vita di un invalido/disabile Il rilievo accurato della geometria dei segmenti corporei è fondamentale in tutte le applicazioni che richiedono un approccio personalizzato al paziente, come nella creazione di un busto o di un tutore. Rendere l’ausilio perfettamente aderente e funzionale alle caratteristiche specifiche di un soggetto affetto da patologie significa consentire al paziente di indossarlo con il massimo comfort e massimizzare l’efficacia delle soluzioni correttive. La fase del rilievo di misure su soggetti deboli, affetti da patologie, e soprattutto su minori in età evolutiva è sempre difficile e poco tollerato, soprattutto a causa dell’invasività e del tempo richiesto per la realizzazione del tradizionale calco in gesso. Avere quindi la possibilità di ridurne i tempi e perfezionarne l’efficacia diventa strategico per la realizzazione finale del presidio, ma anche per il paziente. Ringrazio i gruppi di Bioingegneria, Disegno e Misure meccaniche del nostro Dipartimento, che con grande entusiasmo hanno aderito a questo progetto, e in particolare le mie giovani colleghe ing. Giulia Pascoletti e ing. Iva Xhimitiku e il collega di Brescia, l’ing. Simone Pasinetti, che hanno curato le fasi applicative del progetto; desidero inoltre ringraziare i professori Gianluca Rossi e Roberto Marsili dell’Università di Perugia che hanno supportato il progetto con attrezzature e competenze. In realtà questo è solo l’inizio di un’attività foriera di ulteriori sviluppi che già stiamo discutendo con tutti gli attori, tra cui non solo Giovanni Semidoro, ma anche diversi fisiatri del territorio umbro, con la volontà condivisa di mettere al servizio di soggetti più vulnerabili le migliori competenze e tecnologie, per una fattiva inclusione nel sociale : non vogliamo accontentarci del ‘meglio’, desideriamo puntare all’ottimo!”. I risultati del progetto sono in corso di pubblicazione su riviste scientifiche e verranno presentati in occasione dei prossimi convegni del settore.

*Prof. Associato in Bioingegneria Industriale del Dipartimento di Ingegneria dell’Università degli Studi di Perugia