Il sindaco Wladimiro Boccali (Foto F.Troccoli)

Riceviamo e pubblichiamo la risposta del sindaco di Perugia, Wladimiro Boccali, all’inchiesta pubblicata su Repubblica a firma di Attilio Bolzoni.

di Wladimiro Boccali

Qualcosa di positivo c’è, nell’ articolo inaccettabile che ha pubblicato oggi Repubblica: sono le tantissime telefonate, mail, messaggi ricevuti da cittadini che protestano e difendono la loro città.

Un articolo aspro, superficiale, pieno di luoghi comuni e senza nessun approfondimento, che attacca ingenerosamente una comunità che sta facendo grandi sforzi per respingere l’attacco alla legalità ed alla sicurezza che vengono portati da centrali criminali. Da un giornale ci aspetteremmo un sostegno a questa “resistenza” civile, che vede in prima linea sia le istituzioni dello Stato sia la vita civile di Perugia.

Non ho mai sottovalutato né tanto meno negato il problema, ma c’è una città bella, fiera, civile, colta, che i giornalisti di Repubblica, tra gli altri, dovrebbero conoscere perché la frequentano. La frequentano per il Festival del giornalismo e Umbria Jazz, per le grandi mostre, magari la frequentano anche oggi per Festarch, anche se organizzata da un editore concorrente. Perché non si fa cenno alle politiche di riappropriazione degli spazi pubblici, alle sinergie con associazioni di residenti e operatori economici per produrre aggregazione e socialità, al recupero di importanti pezzi del patrimonio edilizio per incentivare la residenza, ai provvedimenti per rendere più permeabile il centro storico, controllato ma non blindato, alla riqualificazione urbana. Ebbene, di questa Perugia non c’è traccia. Dovrebbe esserci, invece, se si ha l’ ambizione di condurre una “inchiesta”, anche se frettolosa come quella che è stata compiuta qui per poche ore. Certo, non di notte, se si legge di un “coprifuoco” quando fa buio. O l’ autore non ha mai visto un coprifuoco.

Se si vuole fare una inchiesta, le diverse facce di una realtà dovrebbero tutte emergere. Qui c’è solo una aggressiva operazione di denigrazione della città, e francamente ce ne chiediamo il motivo. Perugia non lo merita. Merita di essere sostenuta, dallo Stato, come il Ministro Cancellieri ci ha assicurato, e da tutte le forze che lavorano in positivo per il Paese. Noi continueremo a farlo,  e forse i perugini da oggi hanno uno stimolo in più per metterci ancora più impegno.

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2 replies on “Boccali: «Perugia fa tanto contro il crimine e non merita denigrazioni ma sostegno»”

  1. “I Perugini hanno uno stimolo in più per collaborare”????????? ma se sono 7-8 anni che tutte le sere chiamiamo le forze dell’ordine e i vigili per denunciare questo scempio… io da solo ho presentato 6 esposti indirizzati alla procura, al comandante dei vigili, al questore etc etc…. dopo questi 6 esposti sapete quante risposte (anche informali, una telefonata ad es.) ho avuto? ZERO!!!! Suvvia non rendiamoci ridicoli, ci si assuma le responsabilità e si chieda scusa alla città di Perugia….

  2. Io non so se Boccali (che ho votato) creda veramente in quello che dice. Lo spero. La verita’ pero’ e’ tutt’altra.
    E’ lapalissiano come il tandem politica/imprenditoria edile a Perugia ci abbia portato ad una situazione insostenibile. La gestione assurda del territorio ci ha condotto a quartieri fantasma ed al collasso del mercato. La speculazione tollerata invece, finche’ andava si limitava al cancro del lavoro sottopagato di tanti e tanti manovali extracomunitari che magari arrotondavano in qualche maniera. Ora che non va piu’ costituiscono probabilmente il maggior bacino per l’aquisizione di “manodopera” della malavita.
    Ma questa e’ la malavita che si vede e che in qualche modo si puo’ combattere. A me fa molta piu’ paura quella con i colletti bianchi che temo sia oramai il vero cancro di questa citta’, vera causa della cattiva gestione economica, vera causa del clientelismo, vera causa del declino universitario, ecc..
    Poi fa rabbia vedere un centro storico blindato (pare Kabul) che non serve assolutamente a nulla se non a fare contento qualche fascista che si mette a parlare con la volante tra i tavolini dei bar in pieno corso Vannucci.
    Che tristezza!

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