Corale a Preci

di Danilo Nardoni

Tutti insieme si possono spostare le montagne. Volere è potere. Ma insieme si può, più realisticamente, ricostruire la vita sociale e comunitaria delle popolazioni colpite dal terremoto. Il rito, il tempo, il valore medianico e narrativo degli oggetti, la trasformazione e l’abitazione dei luoghi, sono le linee di lavoro della nuova edizione di ‘Corale 2018/insieme si spostano montagne’ in programma a Preci. Questo progetto prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria, con il sostegno della Regione Umbria e del MiBact in collaborazione con Indisciplinarte e Comune di Preci, nasce con l’idea di incontrare gli abitanti di questi luoghi, di ricucire la ferita che li ha strappati dai loro punti di riferimento quotidiani, proponendo la creazione di un presidio culturale che veda gli abitanti partecipanti attivi del progetto artistico.

Tempo e rito I dettagli sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa che si è tenuta venerdì 13 aprile al Teatro Morlacchi di Perugia. «Tempo e rito sono le parole chiave – ha detto il direttore dello Stabile Nino Marino – di un progetto che è artistico ma anche di impegno, ovvero che si prende cura di persone e territori». «Il fine, quello dell’incontro, lo conoscevamo – ha aggiunto Marino – ma quello che anche per lo Stabile è stato nuovo è di aver fatto un salto oltre a quello che già conoscevamo e quindi per questo ci sentiamo di essere cresciuti». L’attività – come ha poi ricordato Leonardo Delogu, in rappresentanza del gruppo di lavoro – si sta svolgendo nel comune di Preci e nell’inverno 2017/2018 sono stati attivati cinque laboratori artistici a cadenza bisettimanale (Teatro, Danza, Coro, Bambini, Video più un Cineforum), sono stati invitati artisti nazionali e internazionali a venire a produrre opere con e per la comunità, ed è nato un museo diffuso degli oggetti cari e sacri, chiamato ‘Museo delle cose splendide’, individuato con le persone del posto e che si potranno vedere entrando nelle case private, nei negozi oltre che negli spazi pubblici. Sono state poi messe in atto anche molte altre iniziative che confluiranno in un grande evento pubblico nell’estate del 2018. «L’approdo a Preci – ha raccontato Delogu – è arrivato dopo un viaggio in tutto il territorio del cratere del sisma per capire quale poteva essere il luogo perfetto per il progetto Corale». Tutto il processo di lavoro è raccolto nel sito www.coralesite.blog.

Rinascita culturale Dopo il terremoto del 30 ottobre 2016, Norcia, Cascia, Preci e le frazioni limitrofe hanno visto infatti messa a dura prova la propria identità di luogo, divenendo cratere di uno dei terremoti più violenti dell’ultimo secolo in Umbria. Migliaia di persone hanno perso la propria abitazione. Molti sono andati a vivere in tendopoli e poi in container, o affittando roulotte e camper, molti sono stati trasferiti in alberghi. Non ci sono più negozi, spazi per attività sociali, non esiste più la possibilità di andare a teatro. Esiste una paura diffusa, e un silenzio che ora pervade tutto il territorio del Parco dei Sibillini. A ricordare i numeri del post terremoto è stato il sindaco di Preci Pietro Bellini che ha definito Corale come «il progetto giusto al momento giusto»: 60% di edifici inagibili e per un totale di 760 residenti con 18 frazioni sparse per il territorio oggi si registra un 10% di residenze in meno. «Riaffermo quindi l’importanza di un progetto del genere in un’area particolarmente ferita e con la comunità disorientata che ha però potuto contare su un gruppo di lavoro che è entrato tra di noi in punta di piedi calibrando un progetto per questa realtà e questa situazione» ha aggiunto il sindaco.

Regione e Mibact Questo progetto, come ha poi ricordato l’assessore alla cultura Fernanda Cecchini, “è il frutto della possibilità finanziaria che ci ha messo a disposizione il Mibact dopo il terremoto perché oltre agli interventi strutturali e di urbanistica bisogna anche non far scappare la comunità e non far perdere ai territori la propria anima culturale”. “Mentre a Norcia – ha proseguito Cecchini – si è fatta una più tradizionale stagione teatrale, a Preci è nato un laboratorio con protagoniste le energie migliori del contesto teatrale regionale che sono entrate in dialogo con le persone del posto”.

Evento estivo Il terremoto è una ferita sulla pelle della terra e nell’anima degli uomini e dei luoghi. L’arte può essere allora uno dei fattori che aiutano a guardare e a rimarginare quella ferita dell’anima. Ecco quindi che dopo la prima edizione del progetto con primi interventi di indagine e di ricerca effettuati durante tutto il 2017, grazie al contributo del MiBact e della Regione Umbria, nasce quindi ora ‘Corale 2018/insieme si spostano montagne’. L’evento estivo, in particolare, si compone di una lunga residenza produttiva in programma dal 15 maggio al 25 luglio con tre «picchi di intensità», tre momenti di apertura pubblica il 15-16-17 giugno, 29-30 giugno e 1 luglio, 13-14-15 luglio. Questi alcuni degli artisti coinvolti: Teatro delle Ariette, Mariangela Gualtieri/Teatro Valdoca, Teatro delle Briciole, Gosie Vervollsen e Christina Stadlbauer e molti altri. In programma anche concerti. La dimensione del rito diventa quindi anche convivialità e spettacolo.

Gruppo di lavoro Il gruppo di lavoro di Corale è composto, oltre che da Leonardo Delogu, anche da Daria Menichetti, Vincenzo Schino, Marta Bichisao, Emiliano Pergolari e Michele Bandini, Mael Veisse, Carolina Balucani, Angelo Carchidi. Organizzazione a cura di Francesca Agabiti e direzione tecnica di Giovanni Marocco.

Rigenerazione territori Linda Di Pietro di Indisciplinarte, incaricata dal precedente direttore dello Stabile Franco Ruggieri ad occuparsi di questo progetto “corale” nei luoghi del terremoto, ha voluto sottolineare infine che «senza arte e cultura le società sono destinate a sgretolarsi ancora di più». «Gli artisti che da sempre sono chiusi nei luoghi classici della cultura – ha aggiunto – sono tornati in questa circostanza tra i cittadini, a dialogare con la politica dando nuova linfa ai territori colpiti dal sisma». Come il sindaco di Preci, anche Di Pietro ha auspicato che il progetto possa esistere ed avere una sua continuità, «che è il contrario della fragilità» ha detto, per guardare oltre i tre mesi di eventi principali in programma. A proposito di sviluppi, ha annunciato ancora Di Pietro, si pensa anche ad un incontro con tutte le realtà nazionali che si occupano di rigenerazione dei territori a partire dalla cultura per portarle a Preci durante l’evento estivo. «Un’altra iniziativa importante per accendere ancora di più i riflettori su Preci» ha concluso Di Pietro.

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