di D.N.
Prosegue la Stagione 22/23 del Teatro Morlacchi di Perugia anche questa settimana con due spettacoli, tra prosa e danza. Mercoledì 1 marzo alle 20.45 e giovedì 2 marzo alle 19.30, va in scena “Racconti disumani” da Franz Kafka, uno spettacolo di Alessandro Gassmann con Giorgio Pasotti, prodotto dal Teatro Stabile d’Abruzzo e Stefano Francioni Produzioni. Due straordinari artisti come Gassmann e Pasotti si misurano con le parole di Kafka, due racconti disumani per parlare agli uomini degli uomini. A seguire toccherà alla danza con “Beast without beauty”, una creazione originale di Carlo Massari, sul palco insieme a Emanuele Rosa e Giuseppina Randi. Lo spettacolo, in scena domenica 5 marzo alle 17, è nell’ambito della Rassegna di danza “Perché non ballate?”. Carlo Massari si ispira al teatro dell’assurdo di Samuel Beckett e al suo Giorni felici per raccontare la trappola della condizione esistenziale.
Racconti disumani “Una relazione per un’Accademia” e “La tana”, due storie di animali, sembrerebbero, una che mette a nudo la superficialità di un modo di essere attraverso comportamenti stereotipati e facili, l’altro che racconta quel bisogno di costruirsi il riparo perfetto che ci metta al sicuro da ogni esterno. Una relazione per un’Accademia è stato pubblicato la prima volta nel 1917, protagonista una scimmia che racconta come, in cinque anni, si adegua al sistema umano per uscire dalla gabbia nella quale l’hanno rinchiusa dopo la cattura e guadagnare un fac-simile di libertà. La narrazione in prima persona, divertita e distaccata, ripercorre lo studio delle abitudini degli uomini che con sorprendente facilità possono essere imitate e replicate. La tana è uno degli ultimi racconti dell’autore boemo Franz Kafka, è stato scritto durante la sua permanenza a Berlino nel 1923, e pubblicato postumo e incompiuto per la prima volta nel 1931. Racconta del continuo, disperato sforzo intrapreso dal protagonista, per metà roditore e per metà architetto, di costruirsi un’abitazione perfetta, un elaborato sistema di cunicoli costruiti nel corso di un’intera vita, per potersi proteggere da nemici invisibili. E, nel tentativo di lasciare tutto fuori, costruisce passaggi e corridoi, e nuovi tunnel che portano al niente dei vicoli ciechi, una ricerca della sicurezza ossessiva che genera solo ansia e terrore. “Penso sia il momento giusto per ridare la parola a questo gigante del teatro e della letteratura, proprio oggi, quando molte delle paure da lui raccontate, trovano posto nella realtà che viviamo – spiega il regista – Andare in profondità in noi stessi, e guardare attraverso le parole di Kafka ciò che ci spaventa, può aiutarci a capire meglio chi è intorno a noi”.
Beast without beauty In scena un autentico tuffo nel non-sense, un irriverente, cinico studio sugli archetipi della miseria umana, sull’inespressività, sulla spregevole crudeltà nelle relazioni interpersonali. Perdenti in un rapporto di superficiale relazione, si affrontano in un algido duello; in palio l’affermazione di un ruolo, un’identità, una posizione sociale, la sopravvivenza. Non esistono regole, tutto è consentito: ci si presta ad essere prede, vittime designate dell’altro, ne siamo coscienti, attendiamo solo che succeda, e a nostra volta siamo pronti ad avventarci, offendere, fendere, stritolare, sbranare, a finirlo impietosamente, ma senza sporcarci le mani. Un aristocratico gioco perverso di corteggiamenti a doppio fine, di soprusi; una violenza nascosta, taciuta, color pastello, che porta irrimediabilmente al massacro, all’estinzione; non ci saranno vincitori, ma solo vinti. Una commedia dell’assurdo (nella quale l’assurdo, nostro malgrado lo subiamo) dal sapore esistenzialista e post-esistenzialista del teatro di Beckett perfettamente esplicato nel suo Giorni felici. Un’ironia nera contrappunto al pallore emaciato dei volti, una fascinazione nell’assurdità delle scene, nell’estraniamento dalla partecipazione umana alle azioni, ai fatti; figure esangui, prive d’energia, estenuate e disumanizzate, come alla fine di una lunga guerra, che sanno non essere servita a nulla se non a farsi e fare inutilmente del male, a divenire cinici e opportunisti difronte alla morte fino a contraddirsi e tradire i propri compagni di giochi.
Biglietti e info È possibile prenotare al Botteghino Telefonico Regionale del Teatro Stabile dell’Umbria 075 57542222, dal lunedì al sabato dalle 17 alle 20. La prevendita dei biglietti a Perugia viene effettuata presso il Botteghino del Teatro Morlacchi, T. 075 5722555, dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 13.30 e dalle 17 alle 20; il sabato dalle 17 alle 20; nei giorni di spettacolo la domenica dalle 16.