di D.N.
Si misura con l’immagine e gli universi poetici che questa parola è capace di evocare la quinta edizione del Festival Orizzonti – rassegna musicale dedicata ai linguaggi della contemporaneità curata da Marco Momi, compositore, e promossa dalla Fondazione Perugia Musica Classica onlus in collaborazione con il collettivo di musicisti di Opificio Sonoro (info e biglietti: perugiamusicaclassica.com – 0755722271 – biglietteria aperta anche mercoledì 15 novembre nei consueti orari 11/13 e 15.30/17.30) – in programma per la sua prima parte, Autumn, giovedì 16 e venerdì 17 novembre dalle 20.30 all’Auditorium Santa Cecilia di Perugia. Il Festival Orizzonti tornerà poi in primavera, l’11 e 12 aprile 2024, con per la consueta edizione Spring.
“Il concetto di immagine – spiega Marco Momi – mi ha portato a disegnare dei programmi eterogenei che in qualche modo testimoniano solo alcune delle sue possibili declinazioni di senso. Ecco allora il riferimento ai fotogrammi cinematografici del primo concerto, Frames, e il viaggio tra immagini/paesaggi in grande scala e i loro opposti microscopici del secondo appuntamento, Micro Macro”. “Ai primordi delle sale da cinema e al piccante odore di olio di macchine automatizzate che ancora ne impregnava le pareti – prosegue Momi – fa riferimento il brano di Francesca Verunelli Cinemaolio, nel programma di giovedì 16 con i brani di Zeno Baldi (Mold e Décalage) che rendono sensibile lo scorrere ritmico del fotogramma in un flusso increspato da cui nascono suoni immaginifici ed elettronicamente trattati. Raffaele Sargenti lavora l’immagine come rappresentazione e memoria, in Play with J. il violino suonerà insieme ad un ricordo acustico (una vecchia immagine) del celebre violinista dell’800 Joseph Joachim, mentre in Tableaux vivant coi colori di Falconieri l’omaggio al compositore barocco sarà vestito da una coreografia del suonare”.
Nel programma di venerdì 17 “il riferimento è ai lavori pianistici di Marco Stroppa Miniature Estrose, ispirati ai codici miniati medievali e ai motivi decorativi dei capolettera o delle immagini in essi contenute – prosegue il curatore della rassegna – contrapposti alla chitarra elettrica sgorgante e tellurica di Pierluigi Billone Sgorgo Y. Il piccolo e impertinente clarinetto/Arlecchino (Der kleine Harlekin) di Karlheinz Stockhausen — che si muove e recita in tutta la scena — si misura invece con la ieratica chitarra/percussione/totem di Giacinto Scelsi in Ko-Tha I”.