di D.N.
Quello di martedì 10 aprile sarà un appuntamento dedicato al mondo della lettura e dei libri, attraverso un incontro e una proiezione che arrivano a Perugia grazie ad AIB Umbria – Associazione Italiana Biblioteche e AVI – Associazione Videoteche mediatiche Italiane, in collaborazione con I Wonder Pictures. Al PostModernissimo verrà proiettato il film ‘Ex Libris – The New York Public Library’ di Frederick Wiseman (inizio alle 20) dopo un breve dibattito che vedrà coinvolti Mario Coffa, presidente di AIB Umbria e Gabriele De Veris, bibliotecario e organizzatore del concorso ‘A corto di Libri’; introdurrà Giacomo Caldarelli del PostModernissimo. L’evento prevede un biglietto di 7 euro che verrà scontato a 5,50 per coloro che esibiranno la tessera che attesti la propria iscrizione ad una delle biblioteche dell’Umbria o l’iscrizione all’AIB per l’anno 2018 (per info e prenotazioni 075 966 4527).
Biblioteca pubblica di New York ‘Ex Libris – The New York Public Library’ è l’ultimo film del documentarista statunitense Frederick Wiseman e rappresenta un viaggio all’interno della biblioteca pubblica della Grande Mela, un ambiente fondamentale per la coesione sociale dei newyorkesi. La biblioteca diventa infatti un luogo di accoglienza, scambio culturale e apprendimento per 18 milioni di utenti e 32 milioni di visitatori online. Il sistema bibliotecario di New York rappresenta il cuore pulsante della vita culturale cittadina ed è un apparato decisamente complesso: costituito da 92 sedi, viene sostenuto grazie a una gestione mista di fondi pubblici e privati, con l’obiettivo di garantire a tutti i cittadini accesso gratuito alle proprie raccolte. Wiseman, regista classe 1930, ha realizzato oltre 40 film a partire dalla fine degli anni Sessanta e con Ex Libris ha partecipato alla 74a edizione della Biennale di Cinema di Venezia del 2017.
Wiseman Ci sono delle sottili linee bianco-rosse, come quelle che tinteggiano in orizzontale la bandiera americana, che collegano ‘Ex Libris – New York Public Library’, ultimo capolavoro di Frederick Wiseman presentato in concorso a Venezia 74, con altre due opere della sua recente filmografia. Con il bellissimo ‘At Berkeley’ (2013) questo ultimo film condivide il respiro cinematografico del racconto di un luogo chiuso – un’università come una biblioteca – ma idealmente aperto, in quanto produttore di sapere. In questo modo, lo sguardo sugli abitanti dei due mondi, poi non tanto diversi tra loro, finisce per scavallare le mura entro cui l’ambiente in questione è naturalmente circoscritto. A In Jackson Heights (2015), documentario sul quartiere multietnico del Queens, Wiseman si richiama invece per la volontà di raccontare la New York post-Bloomberg attraverso la sua consueta coralità narrativa. In entrambi i film, come al solito, il regista americano non si dimostra interessato a concentrarsi sui singoli personaggi, quanto piuttosto a inserirli all’interno di un contesto, individuare il ruolo che ricoprono all’interno del loro habitat, raccontarli e farli emergere nelle loro relazioni sociali che instaurano nell’ambiente circostante. Tuttavia, a differenza dei film precedenti – a cui andrebbero quantomeno aggiunti Crazy Horse (2011), sul famoso locale di Parigi, e National Gallery (2015), sul museo londinese, – qui Wiseman aggiunge un titolo molto specifico, caratterizzando esplicitamente il senso del luogo che intende raccontare: Ex Libris, ovvero “dai libri”, etichetta solitamente utilizzata per indicare il proprietario di un libro, qui riferimento generativo a tutto ciò che nasce da – e va oltre – l’oggetto-libro. A seguire, il sottotitolo (stavolta senza preposizione) qualifica in modo diretto l’ambiente ramificato entro cui stiamo per entrare: la New York Public Library, uno dei complessi bibliotecari più grandi degli Stati Uniti composto da 87 biblioteche succursali sparse su tutto il territorio newyorchese. Ed è proprio dentro queste sedi che Wiseman ci conduce per mano, concentrandosi ogni volta su un aspetto specifico del sistema-NYPL.
Modello virtuoso A dispetto del nome, la NYPL è un modello virtuoso di partenariato pubblico-privato. Gli investimenti pubblici, ci spiegano subito funzionari e dirigenti in riunione, sono aumentati negli anni sulla spinta dei finanziamenti filantropici privati. Nonostante il servizio pubblico e sociale offerto dalla biblioteca, tuttavia, le trattative e il dialogo politico con le istituzioni sono all’ordine del giorno. Oltre alle riunioni tecniche, Wiseman ci mostra decine di laboratori, seminari e workshop offerti da ciascuna sede alla propria comunità. Il sistema bibliotecario della NYPL, infatti, ci viene inizialmente mostrato nei suoi tradizionali servizi di prestito e lettura. Poco dopo, tuttavia, comprendiamo che la strada che intende farci percorrere Wiseman è tutt’altra. Da un lato, tutte le attività extra-bibliotecarie offerte alla popolazione si configurano con l’obiettivo primario di proporre l’educazione e il sapere come unici antidoti alle disuguaglianze. Le varie sedi della NYPL appaiono più come aggregatori sociali con l’obiettivo di stimolare una sorta di «community engagement» che come delle classiche biblioteche. Dall’altro, gli investimenti degli ultimi anni hanno portato a un netto sviluppo dell’accessibilità dei contenuti, inseguito sia attraverso la digitalizzazione del materiale librario che attraverso il loro uploading online. Il fine è quello di rendere i contenuti «accessibili a tutti, in tutto il mondo», senza distinzione di classe o provenienza geografica. Insomma, la ramificazione della NYPL si configura esattamente come un sistema di welfare cui viene delegata dalle istituzioni l’assistenza sociale e culturale dei propri cittadini.
Opera aperta Ex Libris, girato tra l’estate e l’autunno del 2015 – praticamente un anno prima della fine del secondo mandato di Barack Obama –, ci racconta, a due anni di distanza, una sistema forse in estinzione. Viene da chiedersi, infatti, cosa ne sarà di tutto questo dopo l’approdo di Donald Trump alla Casa Bianca, così tanto evocata esplicitamente da buona parte dei film americani visti quest’anno a Venezia 74. Wiseman, con la consueta leggerezza, non ci interroga espressamente su questo: nel suo sguardo Trump ancora non c’è, anche se si prefigura nelle discussioni tra dirigenti e funzionari un clima da fine impero. Trump è negli occhi di chi, due anni dopo, osserva quei fenomeni sociali così dall’interno, come fossero immagini del passato che rievocano, con nostalgia, un tempo ormai perduto. Wiseman, al solito, si “limita” a proporre un’opera aperta, entro cui è possibile entrare e uscire quando si vuole, in base ai nostri particolari interessi (non a caso si parla alternativamente di marketing, politica, matematica, storia, filosofia, letteratura etc.), così come egli stesso ci fa entrare e uscire dalle succursali della NYPL. Le scene girate in interno sono sempre introdotte e contestualizzate da quelle in esterno (bellissima la straniante parata di Halloween dell’ottobre 2015), quasi a volerci accompagnare in una lenta passeggiata tra le vie di New York dove, anche noi, possiamo collocare gli ambienti che visitiamo.