I fratelli Maria Flora e Zefferino Monini

di Danilo Nardoni

L’azienda spoletina Monini celebra il suo primo secolo di vita con il “Piano di Sostenibilità 2020-2030”, manifesto in tre atti – in campo, nella bottiglia, sulla tua tavola – che ambisce a indicare una nuova rotta di sviluppo dell’extravergine. Cento anni di storia quindi e 10 invece per costruire un nuovo futuro, fatto di olivicoltura rispettosa della natura e di qualità, trasparenza e tracciabilità dal campo alla tavola. L’olio extravergine Monini è il protagonista del nuovo Piano di sostenibilità messo in piedi dall’azienda umbra, con sede a Spoleto, pioniera dell’extravergine italiano visto che ha iniziato la sua storia nel lontano 1920. Nel corso di una web conference è stato ripercorso da Maria Flora Monini, direzione comunicazione e immagine, il secolo di vita di Monini e illustrato – con interventi di Zefferino Monini, presidente e ad, e di Andrea Marchelli, direzione marketing – il prossimo decennio di sostenibilità attraverso un progetto, con azioni “concrete e misurabili”, diviso in tre macro aree: ‘In campo’, ‘Dentro la bottiglia’ e ‘Sulla tavola’.

Campo Ed è proprio partendo dal ‘campo’, primo anello della sostenibilità, che l’azienda (140 milioni di euro di fatturato, 30 milioni di litri e primo brand per volumi prodotti nel periodo gennaio-aprile 2020, con il 44% di olio esportato in 60 paesi del mondo) con il ‘Bosco Monini’ in Italia punta ad arrivare a 1 milione di olivi messi a dimora in 1.000 ettari. «Un nuovo polmone verde nel cuore dell’Italia capace di assorbire in 10 anni 50.000 tonnellate di CO2» ha spiegato Marchelli. Dopo l’esperienza all’estero, ha sottolineato il presidente Monini, «ci siamo concentrati sull’olivicoltura superintensiva che garantisce la massima efficienza nell’utilizzo di spazi e nel rispetto delle emissioni di CO2 e può convivere, migliorando quindi i processi, con la nostra agricoltura tradizionale». Il Piano prevede anche che il 100% degli oliveti Monini in Italia saranno coltivati quindi ad agricoltura integrata e biologica, puntando anche a ridurre i consumi di acqua investendo nella produzione e irrigazione.

Bottiglia L’olio di origine italiana che va nelle bottiglie (ripensate con confezioni sostenibili) sarà poi certificato, grazie al Consorzio extravergine di qualità (CEQ), e trasparente per il consumatore con la tracciabilità basata sulla tecnologia blockchain. ‘Dentro la bottiglia’ è un percorso verso l’alta qualità garantita al 100%, primo step di una nuova classificazione dell’extravergine basata su criteri quali-quantitativi, verso la tracciabilità dei prodotti, ma anche verso una confezione sempre più leggera, ecologica e realizzata con materiali riciclati.

Tavola Un Piano di sostenibilità – è stato infine annunciato – che sosterrà pure la ricerca scientifica, per promuovere la cultura nutrizionale consapevole, e che punta a raggiungere 1 milione di ragazzi, i consumatori di domani, attraverso progetti educativi, per uno stile di vita sano, equilibrato e sportivo.

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