È stata introdotta venerdì a Perugia dall’Ode alla cipolla di Pablo Neruda, interpretata da Roberto Malfagia la presentazione della 41esima edizione della Festa della cipolla di Cannara. A seguire, un cooking show, assaggio-anteprima di alcuni dei piatti che si potranno degustare durante le due settimane di festa, sostenuta dal Gal Valle Umbra e Sibillini, da martedì 5 a domenica 10 settembre e da martedì 12 a domenica 17. La manifestazione attira a Cannara in media 150mila persone con punte di 25-30mila nei weekend, con oltre 100mila pasti erogati. Una macchina organizzativa che si basa principalmente sul volontariato e sull’operato dei sei stand, aperti ogni sera e la domenica anche a pranzo. In programma anche mercatini, spettacoli musicali, di danza e comici, iniziative sportive e culturali.

Il connubio Alla presentazione hanno partecipato anche la presidente della Regione Donatella Tesei, e la vicepresidente dell’Assemblea legislativa Paola Fioroni, accanto a Roberto Damaschi, presidente dell’Ente Festa della cipolla, al sindaco e all’assessore al turismo di Cannara, rispettivamente Fabrizio Gareggia e Lucia Paoli. «Quello che ci interessa – ha detto Damaschi – è sottolineare il connubio tra cipolla e Cannara. La festa dura sette mesi, dal momento in cui si seminano le cipolle, passando per la loro raccolta e terminando con la kermesse di settembre, dove si esalta il sapore di questo ortaggio grazie alla presenza di grandi chef. Tante sono le iniziative: mi preme ricordare l’Infiorata, la seconda domenica di settembre».
Solidarietà C’è poi l’aspetto solidale, come ha ricordato Gareggia. «Quest’anno abbiamo raggiunto accordi di collaborazione con due associazioni molto importanti, Anfas e Aipd, che avranno due punti allestiti nella fiera. La festa, poi, ha un collegamento storico con l’Aucc alla quale ogni anno vengono fatte delle donazioni. Quest’anno la Festa ha un obiettivo ancora più ambizioso perché gli stand faranno una donazione per l’acquisto di un radiografo portatile che verrà donato all’ospedale di Assisi».