di Danilo Nardoni
Come dei fari sulla lunga “notte” dello spettacolo, ad indicare la terra ferma in un mare in tempesta da dodici mesi consecutivi. Sono state luci della speranza e di ricerca d’attenzione quelle accese ieri sera in molti teatri umbri che hanno aderito all’appello ‘Facciamo luce sul teatro’ lanciato dall’Unione Nazionale Interpreti Teatro e Audiovisivo (Unita). La speranza del mondo dell’arte e della cultura di riappropriarsi di spazi di espressione chiusi da molto tempo per l’emergenza da Covid-19 e di tornare ad avere dopo un anno di chiusura spettatori per i quali esibirsi, un lavoro da svolgere, traguardi da raggiungere. Sono stati centinaia i teatri aperti e illuminati contemporaneamente in tutta Italia la sera del 22 febbraio, dalle 19.30 alle 21.30. Una ventina circa quelli aderenti alla “mobilitazione” dell’universo teatrale regionale con l’osservanza in ogni situazione di tutte le norme anticovid.
Sono queste alcune delle città umbre coinvolte e i teatri che si sono illuminati nuovamente almeno per una sera: Perugia (Teatro Morlacchi, Cinema-Teatro Zenith, Sala Cutu e Teatro Brecht di San Sisto), Spoleto (Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti), Foligno (Auditorium San Domenico e Spazio Zut), Assisi (Piccolo Teatro Degli Instabili), Narni (Teatro Comunale Manini), Umbertide (Teatro Dei Riuniti), Montone (Teatro San Fedele), Cannara (Teatro Thesorieri), Città della Pieve (Teatro Accademia degli Avvaloranti), Città di Castello (Teatro degli Illuminati), Trevi (Teatro Clitunno), Spello (Teatro Subasio), Bevagna (Teatro Torti), Gualdo Tadino (Teatro Don Bosco), Gubbio (Teatro Ronconi), Orvieto (Teatro Mancinelli), Monte Castello di Vibio (Teatro della Concordia).
“Un faro nella notte questa iniziativa” l’ha definita l’attore umbro Francesco Bolo Rossini, delegato nazionale per la prosa di Unita, che ha partecipato al presidio all’aperto davanti all’ingresso del Cinema-Teatro Zenith di Perugia, quasi come a rappresentare in un unico contenitore tutto il mondo del teatro ma anche dell’audiovisivo. “Una notte che dura da un anno” ha poi proseguito affermando che “ci sarà bisogno di cultura per uscire da questo tunnel e per questo motivo bisogna impostare una ripresa”. Un ripartenza e riapertura di questi spazi in sicurezza che viene indicata come possibile da aprile. “Come Unita e come addetti ai lavori – ha detto – siamo stati contattati a livello nazionale dal ministro Franceschini per fornire protocolli adeguati per la ripartenza”. Ma per Bolo Rossini “via via che si riapre in maniera adeguata bisogna tenere a mente anche tutti i lavoratori che rimarranno comunque ancora sospesi, tutti quelli che non potranno ripartire in tournée, e per questi quindi ci sarà ancora bisogno di aiuto e tutela”. “Il nostro mestiere ha contratti anticipi – ha spiegato ancora l’attore – e non tutti hanno avuto tutele adeguate con il ministero che in questi mesi ha sopperito solo in parte. Ora speriamo di entrare nell’ordine delle idee di un sostegno adeguato”. Secondo Bolo Rossini questo momento, pur nella difficoltà, è stato comunque importante per una collettiva presa di coscienza di tutto il comparto dello spettacolo dal vivo. C’è la voglia di ritrovarsi in comunità, di tornare ad aggregarsi e di fare socialità. E in tutto questo, per uscire dall’incubo, diventa fondamentale e necessaria la cultura. “Questo pur se breve segnale di luce ce lo meritavamo perché abbiamo patito tanto” ha infine così concluso l’attore ringraziando chi è intervenuto alle iniziative simboliche organizzate nei teatri umbri.