foto di Fabrizio Troccoli

di Danilo Nardoni

“Uno come te, io non lo troverò mai più, uno come te”. Le parole del brando “L’ultima occasione” portata al successo da Mina, tirata fuori magicamente a conclusione di una serata magica, lo ribadiscono chiaramente. Uno come Will Oldham difficilmente si vede dalle nostre parti, così lontani dal suo Kentucky e anche distanti dall’Oklahoma di Woody Guthrie. Ma l’Auditorium San Francesco al Prato martedì sera poteva trovarsi benissimo nel cuore dell’America più vera, tra memorie folk e ombre country.

Applausi a scena aperta per la prima volta a Perugia, dopo quasi 15 anni dalla sua prima apparizione in Umbria con un concerto all’Auditorium San Domenico di Foligno, del cantautore statunitense, uno dei più rappresentativi songwriter della scena alt-country. Un evento realizzato grazie alla collaborazione di tante realtà umbre (T-Trane, Degustazioni Musicali, Effetto Cinema, PostModernissimo, SanFra). Pubblico umbro che si è fatto cullare dalle sue struggenti ballate. Davanti a loro si è presentato con il suo alias più prolifico, Bonnie “Prince” Billy (numerosi gli altri suoi pseudonimi adottati nel corso della sua carriera), e in trio: con lui a voce e chitarra acustica, Thomas Deakin (clarinetto, tromba e chitarra elettrica) e Drew Miller (sax e flauto traverso).

Un assetto intimo e minimale, perfetto per il luogo e per la voce calda e avvolgente del menestrello che tanto ricorda il Bob Dylan delle origini. I pezzi scelti per l’occasione hanno fatto il resto, attinti in larga parte dall’ultimo “Keeping Secrets Will Destroy You”. Ballate folk quindi senza basso e batteria, costruite su pochi ingredienti essenziali per un impasto malinconico, fragile ma liberatorio. Canzoni fatte di storie solo come solo Oldham sa raccontare e cantare, composizioni caratterizzate sempre da un intenso potere emotivo e letterario. Pezzi, a ben guardare il segreto che vi si annida, difficilmente descrivibili. Dedito tanto a un folk scarnificato quanto a un alt-country obliquo, Oldham non poteva non donare al pubblico la sua drammatica “I See A Darkness” che nel 2000 ha anche ricevuto il suggello di Johnny Cash, il quale ha incluso il brano nel suo “American III: Solitary Man”.

Nel bis arriva il brano che non ti aspetti. Il cantautore se ne esce con l’interpretazione, in ottimo italiano, della struggente e passionale “L’ultima occasione”, canzone portata al successo da Mina nel 1965. Una perla che non fa altro che confermare la sua sensibilità. In apertura di serata è stato dato spazio anche all’esibizione in acustico di Agostino Tilotta, chitarra elettrica dei catanesi Uzeda, ringraziato anche da Oldham. La ciliegina sulla torta di una serata davvero magica. Ad accomunare entrambi, oltre al palco condiviso per la serata, anche il fatto di aver collaborato con il produttore e musicista Steve Albini recentemente scomparso.

Questo contenuto è libero e gratuito per tutti ma è stato realizzato anche grazie al contributo di chi ci ha sostenuti perché crede in una informazione accurata al servizio della nostra comunità. Se puoi fai la tua parte. Sostienici

Accettiamo pagamenti tramite carta di credito o Bonifico SEPA. Per donare inserisci l’importo, clicca il bottone Dona, scegli una modalità di pagamento e completa la procedura fornendo i dati richiesti.