di Anna Fornaciari e Carmine Iorio

Nato da un’idea del professor Pier Luigi Gentili del Dipartimento di Chimica, Biologia e Biotecnologie dell’Università degli Studi di Perugia (in collaborazione con i professori Cardinali, Dominici, Grohmann e Santi), il progetto Enhancing higher education on COmplex SYstems THINKING for sustainable development è risultato vincitore di un recente bando Erasmus+. Finanziato con circa 350.000 euro di fondi europei, il progetto vede l’Università degli Studi di Perugia capofila di un partenariato formato da altre quattro realtà universitarie (Limerick Institute of Technology – Irlanda, Kauno Technologijos Universitetas – Lituania, Ionian University – Grecia, Università di Södertörns Högskola – Svezia) e l’Associazione Culturale fiorentina PIXEL. Ideando una piattaforma che raggruppi la letteratura scientifica sui Sistemi Complessi, COSY ha come finalità la realizzazione di corsi a carattere multidisciplinare, in linea con i 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile dell’Agenda ONU 2030 ed il Green Deal Europeo.

I Sistemi complessi tutti i giorni «Analizzando gli obiettivi per lo sviluppo sostenibile, osserveremo la centralità di elementi come l’individuo, il suo benessere psico-fisico, l’economia e l’ambiente. Questi sono tutti Sistemi Complessi; sistemi dinamici a più componenti che interagiscono tra loro». Così illustra il Gentili che aggiunge: «Auspicando che i nostri studi riescano ad abbattere la barriera tra sapere scientifico e umanistico, il nostro partenariato ha elaborato tre obiettivi che ci guideranno nei tre anni a venire. In particolare, ci concentreremo sulla creazione di corsi universitari interdisciplinari e professionalizzanti su complessità e sviluppo sostenibile, costruendo così una cultura della sostenibilità dentro e fuori le università».

Cosy Thinking e l’emergenza sanitaria «Il Coronavirus ci ha rivelato la rete di interconnessioni complesse che caratterizzano la vita – spiega il professor Santi -. Un virus sconosciuto è intervenuto impattando sulla salute globale, sui sistemi sanitari e sui governi, che hanno dovuto prendere provvedimenti di contenimento provocando conseguenze sulle economie, sui rapporti internazionali e sulla quotidianità. Contemporaneamente alla crescente necessità di digitalizzazione e alla riduzione della mobilità, sono diminuite le emissioni di agenti inquinanti come la CO₂ ed è emersa la carenza di una prospettiva capace di programmare studi di largo respiro in tempi di crisi; la scarsa propensione che la nostra società ha nel prevenire le catastrofi, ha confermato l’importanza di approcci multidisciplinari e di partenariati europei».

Più collaborazioni Rinnovando il loro appello a favore della creazione di corsi di studio che abbraccino l’interdisciplinarità, spaziando dalla medicina all’informatica, Gentili e Santi auspicano che le collaborazioni interdisciplinari aumentino sempre di più, per formare generazioni future in grado di coadiuvare gli specialisti nella risoluzione di fenomeni complessi come la pandemia.

Articolo realizzato nell’ambito del Progetto FISE- Europe Direct Terni – Comune di Terni –Dip. di Scienze Politiche dell’Università di Perugia, con il cofinanziamento della Commissione Europea

 

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