di M.R.

L’interesse per la taglierina e la laccatrice da un lato, con un progetto teso a rioccupare circa la metà dei lavoratori in cassa, e invece una proposta di più ampio respiro occupazionale dall’altro. Da quando Jindal ha aperto alla disponibilità dei macchinari nella fabbrica di Terni, un nuovo viavai di operatori economici interessati starebbe caratterizzando questo interminabile periodo dalle tasche più vuote e le ‘scatole’ piene per i lavoratori della Treofan.

Polo chimico Terni Secondo quanto si apprende, nei giorni scorsi un gruppo austriaco avrebbe fatto visita allo stabilimento del Polo chimico, mentre un’offerta completa di piano industriale proveniente da una società polacca, sarebbe già sul tavolo del liquidatore Filippo Varazi. Quella dalla Polonia sarebbe una proposta in continuità produttiva che, per tutta una serie di aspetti sin qui evidenziati dalle maestranze coinvolte, rappresenterebbe in qualche modo una soluzione rassicurante. Ad ogni modo, le iniziative imprenditoriali per la reindustrializzazione della storica fabbrica vanno valutate in sede ministeriale. Il dicastero delle imprese e del Made in Italy è dagli albori di questa intricata vicenda, che ha visto gli indiani scaricare Terni, il titolare della cosiddetta cabina di regia per la mission da compiere. È da quegli uffici del Governo che i sindacati attendono una nuova convocazione nel più breve tempo possibile per entrare finalmente nel dettaglio di qualche piano industriale. Sin qui le soluzioni prospettate, anche come le più serie, non hanno conosciuto risvolti concreti. Chi si è fatto avanti ostentando sicurezza e verità in tasca anzi ha finito per issare bandiera bianca prima ancora di metterci le mani. Grazie all’Area di crisi industriale complessa nella quale è ricompresa Terni, i circa 100 lavoratori della Treofan hanno ottenuto un ulteriore anno di cassa integrazione che scadrà nel febbraio del 2024, ma la speranza è di chiudere a più stretto giro senza che nel frattempo i riflettori puntati sulla politica per le elezioni amministrative, lascino al buio una questione tutt’altro che secondaria per il tessuto economico e sociale della città.