di Daniele Bovi
Una proprietà sparita nel nulla, pagamenti degli stipendi fermi ad aprile e cassa integrazione che scadrà domenica. È questa la situazione alla Trafomec di Tavernelle, azienda della Valnestore che dà lavoro a quasi 80 persone. Nel 2016 lo stabilimento in cui si producono trasformatori è passato alla InducTek Power, società guidata da Xiang Xiong Cao. L’imprenditore, come riferiscono diversi fonti, è da mesi sostanzialmente irrintracciabile; inutili tutti tentativi finora fatti di mettersi in contatto con lui.
Il quadro Quanto agli stipendi, invece, gli ultimi versamenti risalgono ad aprile; poi, più nulla mentre da lunedì i lavoratori non avranno più ammortizzatori sociali. Tutti temi discussi negli ultimi giorni con l’assessorato regionale guidato da Michele Fioroni e nel corso di un’assemblea alla quale hanno partecipato anche Cgil e Cisl. Negli ultimi giorni una delle ipotesi messa sul tavolo è stata quella del workers buyout, con diversi lavoratori pronti quindi a rilevare l’azienda (il cui stabilimento da qualche tempo è stato rilevato dalla Vetreria di Piegaro) per garantirle un futuro; un’operazione già sperimentata in altre realtà umbre e italiane. Tutto però deve necessariamente passare dal fallimento: ecco perché, tra le altre cose, è fondamentale stabilire un contatto con la proprietà cinese, durante la quale sarebbe stato accumulato un debito di circa sette milioni di euro.
Il Pd A sollecitare una soluzione nelle ultime ore sono la consigliera regionale pd Simona Meloni, il segretario dell’Unione comunale dem Stefano Vinti e il responsabile Lavoro del partito Daniele Lombardini. «Riteniamo inaccettabile – dicono – che gli 80 lavoratori della Trafomec si trovino ormai da mesi senza stipendi e senza prospettive certe. Per questo motivo facciamo appello alla Regione, affinché metta in campo al più presto tutte le iniziative utili a ristabilire un contatto con la proprietà cinese, e, parallelamente, conceda la cassa integrazione in deroga, o qualsiasi altro ammortizzatore sociale, al fine di sostenere intanto i lavoratori fino all’esito di questa vertenza». I vertici di palazzo Donini stanno lavorando su entrambi i fronti, comprese le interlocuzioni con il ministero dello Sviluppo economico e l’ambasciata cinese.
Azienda simbolo Meloni e Vinti sottolineano che con fatica i lavoratori stanno mandando avanti la produzione e tenendo rapporti con i clienti: «Temiamo però – aggiungono – che i livelli d’indebitamento ormai raggiunti, e il totale disinteresse dimostrato in questi ultimi anni dal management cinese possano compromettere definitivamente le sorti di un’azienda simbolo della Valnestore e dell’Umbria. Serve dunque mettere innanzitutto in sicurezza i lavoratori – concludono – e attivare un percorso regionale e nazionale che porti in tempi brevi a sbloccare la situazione attuale sostenendo ogni iniziativa tesa a assicurare, seppur anche in forme o modalità diverse, l’attività produttiva».