Una protesta dei lavoratori

di M. To.

Secondo i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, la storia di ‘Industria e servizi’ – l’azienda salita alla ribalta per le protesteanche clamorose – dei suoi dipendenti, deve essere riscritta.

«Obiettivo raggiunto» Perché «riteniamo che il compito delle organizzazioni sindacali sia quello di difendere i livelli occupazionali e garantire principi e tutele anche quando i paletti normativi vengono meno». E in questo caso, dicono «riteniamo di aver raggiunto un primo importante obiettivo».

La precisazione Tanto che «In riferimento ad un articolo apparso su Umbria24 il 4 agosto, intendono precisare alcuni elementi che hanno contraddistinto la difficile vertenza in questione». E chiariscono che nell’intera vicenda hanno richiesto l’interessamento del prefetto di Terni «al fine di far chiarezza e spazzare il campo da elementi poco attinenti con l’obiettivo che le scriventi organizzazioni si sono date: la tutela dei livelli occupazionali».

La storia Dopo «un periodo di proroghe da parte di Ilserv – dicono i sindacati – in concomitanza con la comunicazione con la quale Ilserv ha definitivamente revocato i servizi affidati alla ‘Industria e servizi’ e stante il mancato avvio, da parte di quest’ultima azienda, della procedura per il passaggio del personale coinvolto nei suddetti servizi, è stato necessario richiedere un ulteriore tavolo in prefettura. Va detto, ad onor del vero, che i tentativi ai fini dell’apertura della procedura per il passaggio del personale, sono giunti dall’azienda Iosa che, in teoria in assenza dell’avvio delle procedure da parte della ‘Industria e servizi’, avrebbe potuto sottrarsi a qualsiasi obbligo».

L’accordo I sindacati spiegano che hanno «trovato un’intesa di massima con l’azienda Iosa, che ha garantito i livelli occupazionali relativi ai lavoratori effettivamente impiegati nei servizi resi ad Ilserv, ferma restando la volontà dei lavoratori direttamente interessati. A tutela dei posti di lavoro e della libera scelta di ognuno, essendosi trovate nella condizione di dover ricostruire a posteriori la effettiva composizione del gruppo di lavoratori che prestavano continuativamente la loro opera nell’ambito dei servizi resi ad Ilserv, le organizzazioni sindacali hanno promosso un’assemblea nell’ambito della quale è stata presentata la lista dei lavoratori che prestavano la loro opera presso l’appalto in questione, scaturita dall’impegno del preposto e sottoposta ai lavoratori e lavoratrici, al fine di correggere ogni possibile errore o dimenticanza e al fine di consentire ad ogni lavoratore impegnato nei servizi resi ad Ilserv di compiere una scelta. L’elenco scaturito da tale assemblea, al netto di eventuali scelte personali differenti e fermo restando l’effettivo impiego nei servizi resi ad Ilserv, è stato di 15 lavoratori».

I ‘tempi deterinati’ In merito ai sette contratti a tempo determinato, invece, i sindacati tengono a chiarire che «i lavoratori in questione erano assunti dall’azienda Industrie e Servizi con contratti di lavoro a chiamata, alcuni dei quali a tempo determinato; data la situazione di forte incertezza sul fronte Ast e sull’indotto, riteniamo già di per sé una conquista il fatto che l’azienda Iosa abbia assunto con contratto a tempo determinato (ma non a chiamata) i lavoratori in questione ed è nostro obiettivo, già condiviso con l’azienda Iosa, stabilire un percorso che porti alla stabilizzazione di questi ultimi lavoratori, compatibilmente con l’evoluzione delle vicende riguardanti le acciaierie di Terni».

In tribunale Il 26 agosto prossimo, comunque, resta confermata l’udienza – davanti al giudice Natalia Giubilei – per l’azione d’urgenza promossa da ‘Industria e servizi’ (patrocinata dallo studio Crescimbeni), volta a contestare l’estromissione immotivata, e senza preavviso alcuno, dalle attività già prestate in favore di Ilserv ed all’interno di Ast: «Ad oggi – spiega lo studio legale –  non è dato sapere se sia stata Ast ovvero Ilserv, ovvero entrambe di concerto, ad aver disposto tale estromissione»