Tk-ast acciaierie terni (foto archivio F.Troccoli)

di M. R.

Le nuove assunzioni al sito siderurgico Acciai speciali Terni della Thyssenkrupp ora sono di competenza della Manpower e non più di Obiettivo lavoro che collabora coi vertici Ast ormai dal 2002. Dopo 15 anni l’azienda affida le new entry ad una nuova agenzia del lavoro per questioni, pare, economiche. L’ufficio del Personale cioè, dal primo mese del 2017 guidato da Luca Villa, garantirebbe all’azienda un piccolo risparmio su ciascun dipendente interinale (al momento l’operazione riguarderebbe una quarantina di unità) solo che, essendo il cambio avvenuto a partire dal primo luglio, alcuni operai saranno liquidati, dall’ormai ex agenzia, a fine contratto, senza aver goduto delle ferie, da molti fissate per il prossimo agosto quando è prevista la fermata dello stabilimento, anche se in periodi diversi da reparto a reparto. Aldilà di questo aspetto, quello che preoccupa più di tutto gli operai è il fatto che un cambio del genere non equivale ad un passaggio di appalto, nel senso che nessuna clausola garantisce a quegli stessi interinali un rinnovo, neppure a parità di esigenze di personale. Pare sia capitato già che operai reduci da un contratto semestrale o anche più lungo si siano visti prolungare il rapporto di lavoro per soli tre mesi e c’è preoccupazione.

Caso amianto Nel frattempo, una manovra a favore degli operai dell’acciaieria di Terni arriva dalla Fismic che da tempo insiste sul diritto di benefici previdenziali per l’espozione all’amianto. Il sindacato intende lanciare una petizione per il riconoscimento di tali benefit, denunciando «un atto discriminatorio da parte del Contarp (Inail) che ha favorito il personale dello stabilimento di Torino prima a tutto il 1992 e successivamente al 2 ottobre 2003. Risulta dai dati forniti dalla Asl di Terni – scrive la Fismic – che dopo il 1992 sono state eseguite a tutt’oggi circa 100 bonifiche, quindi appare piuttosto incomprensibile come i riconoscimenti si siano fermati a tale data. Riteniamo – annunciano – di dover presentare un esposto al ministero del Lavoro, con tutte le firme dei lavoratori interessati a tale iniziativa, per richiedere l’applicazione dello stesso trattamento al personale Acciai Speciali Terni almeno per la similarità con gli impianti di Torino sulla parte a Freddo, oltre all’esistenza degli impianti a caldo, in quanto non può essere un diverso metodo di accertamento del rischio amianto».

@martarosati28

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