Un appartamento crollato ad Ancarano (28 ottobre 2016 - foto Fabrizi)

di Chiara Fabrizi

Poco più di 831 milioni di euro a Norcia, quasi 338 a Spoleto e 175,5 a Cascia. Questi i fondi pubblici serviranno per ricostruire case e aziende danneggiate dalla sequenza sismica del 2016 che ha seminato macerie anche in Umbria dove, complessivamente, la riparazione dei danni patiti dai privati cuba 2,3 miliardi, di cui 1,5 miliardi nel cratere, mentre il conto sale a 3,4 miliardi se si considera anche la ricostruzione del patrimonio pubblico e di quello della Curia, quindi prevalentemente scuole, ospedali e chiese. Nelle ultime ore, però, ovvero a cinque anni abbondanti dal sisma, la struttura commissariale ha reso noto per la prima volta i fondi pubblici che occorreranno in ogni comune del cratere per far rientrare in casa gli sfollati e riparare le sedi aziendali. Un’operazione, questa, resa possibile dalle cosiddette manifestazioni di volontà a ricostruire, ovvero una sorta di prenotazione del contributo, oltre naturalmente dalle richieste di contributo per la ricostruzione già depositate. Nel report diffuso giovedì, poi, anche l’incidenza dei fondi pubblici fin qui richiesti dai privati per riparare i danni su quelli che complessivamente lo Stato dovrà erogare per chiudere la partita.
MAPPA: CONTA DEI DANNI COMUNE PER COMUNE
Norcia maglia nera per fondi richiesti In cima alla classifica dei danni riportati dai comuni umbri c’è naturalmente Norcia dove la ricostruzione di case e aziende costerà 831 milioni di euro. Di questi, però, ne sono stati richiesti soltanto il 32 per cento ed è il dato più basso del cratere del sisma e questo perché se è vero che nel paese natale di San Benedetto è stato festeggiato il superamento delle mille pratiche di ricostruzione, precisamente sono 1.071, è altrettanto vero che ne sono attese altre 1.279. Per Norcia, comunque, va anche detto che qui la ricostruzione è in alcune aree particolarmente complessa, dovendo essere coordinata coi piani attuativi: è il caso di paesi come Castelluccio e San Pellegrino, quasi rasi al suolo dal terremoto, per i quali è stato necessario varare un pacchetto coordinato di interventi pubblici e privati al fine di evitare che un cittadino ricostruisse casa propria senza poi poterla collegare ai sottoservizi, come ad esempio quelli idrici.

Spoleto a metà strada Procede con un passo più sostenuto, invece, la ricostruzione di Spoleto, che è il secondo comune più danneggiato del cratere umbro, anche se l’entità dei danni è molto differente da quella di Norcia. Qui, infatti, la struttura commissaria segnala che a fronte di 338 milioni di euro necessari per riparare i danni ne sono stati già richiesti il 48 per cento e questo malgrado anche a Spoleto si contino 403 manifestazioni di volontà, ovvero pratiche non ancora depositate, a fronte delle 709 già istruite.

Cascia e Preci Il terzo comune umbro per computo dei danni provocati dal sisma è Cascia dove la ricostruzione costerà quasi 175,5 milioni di euro e qui il valore economico delle pratiche aperte per la riparazione delle lesioni copre il 46 per cento, mentre la fotografia delle pratiche restituisce 371 richieste di contributo depositate e 251 attese. Il computo dei danni è oltre quota 100 milioni anche nella piccola Preci, dove la conta segna precisamente 106,4 milioni e le pratiche avviate cubano il 38 per cento di quelle che complessivamente dovranno essere depositate: più specificatamente qui sono state istruite 142 pratiche e altre 181 devono ancora esserlo.

Sellano e Monteleone Decisamente più contenuto il bilancio dei danni a Sellano e Monteleone di Spoleto, dove per riparare case e aziende occorreranno poco più di 25 milioni di euro ciascuno. A Sellano le pratiche avviate sono 81 e altre 60 sono attese con il valore economico di quelle istruite che copre il 33 per cento dei danni totali, mentre a Monteleone sono state presentate 59 domande di contributo, altre 51 devono ancora arrivare e i fondi già richiesti cubano il 41 per cento del peso economico complessivo della ricostruzione in questo territorio.

Tutti gli altri A sorpresa, poi, si scopre che Ferentillo ha riportato economicamente più danni di Cerreto di Spoleto. Sì, perché nel municipio della Valnerina ternana per riparare le lesioni provocate dal sisma serviranno 22,2 milioni di euro, mentre a Cerreto ne basteranno 21,8 milioni. Quest’ultimo comune, comunque, fa registrare una buona performance per valore delle pratiche di ricostruzione già presentate, che coprono il 49 per cento dei danni complessivi, mentre Ferentillo si ferma al 36 per cento. Chiudono il cerchio Arrone con 10,7 milioni di euro e il 28 per cento dei fondi richiesti su quelli che complessivamente occorreranno per la ricostruzione, segue Poggiodomo con 10,3 milioni e il 17 per cento, Sant’Anatolia di Narco con 8,4 milioni di euro e Scheggino con quasi 5,3 milioni di euro, dove per entrambi il 39 per cento del valore della ricostruzione è già stato trasformato in richieste di contributo. Infine, c’è Vallo di Nera con 4,5 milioni di euro e il record del 54 per cento del valore delle pratiche di riparazione già presentate e Montefranco con 2,3 milioni e il 34 per cento dei danni avviati a ricostruzione. Infine nel report non è stato inserito Polino, ma la struttura commissariale spiega che qui c’è una sola richiesta di contributo per 63mila euro.

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