di M.R.

Si avvicina l’appuntamento al ministero delle Imprese e del Made in Italy per aggiornare il tavolo di confronto sulla reindustrializzazione della Treofan di Terni, dopo che la proprietà, il gruppo indiano Jindal, ha dichiarato la propria disponibilità a cedere anche i macchinari presenti nel sito del polo chimico, destinati alla produzione di film di polipropilene (pellicola per alimenti, cosmetici e tabacchi). Una straordinaria novità rispetto alle prime ore della messa in liquidazione di Treofan che ha in qualche modo rimescolato le carte tra un’azienda Hgm (settore telecomunicazioni) che aveva rivisto i propri piani tenendo conto dell’indisponibilità degli impianti e un presidente dell’Unicusano Stefano Bandecchi che, prima di essere investito dall’inchiesta per evasione fiscale, si era esposto pubblicamente, anche da candidato sindaco di Terni, per rilevare la fabbrica.

Vertice al Mimit Nel corso delle ultime settimane, il quadro però è nuovamente cambiato perché Bandecchi, lo ha detto chiaramente ai microfoni di Umbria24, in fase di due diligence si è ritrovato dei numeri diversi da quelli che gli erano stati in un primo momento rappresentati. Ragione per cui ha detto di non essere in grado di produrre un piano industriale prima di cinque mesi, sfilandosi da quella che dovrebbe essere la corsa a presentare programmi di dettaglio proprio entro il 20 febbraio quando è in agenda il tavolo romano. L’inizio del nuovo anno sarebbe stato comunque caratterizzato da una continua ricerca, anche all’estero, da parte del liquidatore Filippo Varazi, di interessati a reindustrializzare il sito. Del resto, se la prospettiva per i circa cento lavoratori coinvolti, è un altro anno di cassa integrazione, e le risorse per finanziarla sono state già garantite, non trova giustificazione una deadline per le offerte definitive così ravvicinata sul cambio di strategia di Jindal, fatto salvo il deterioramento degli impianti fermi.

Inchiesta Treofan A proposito di ammortizzatori sociali, quelli richiesti ai tempi del Covid per le maestranze di Terni, mentre pare che gli ordini venissero dirottati verso altri stabilimenti, sono costati ai vertici Treofan il passaggio davanti al giudice con l’accusa di truffa ai danni dello Stato. La posizione del numero uno Manfred Kaufmann rispetto alle richieste avanzate dei propri legali, verrà discussa alla fine del prossimo mese di marzo. L’Ad potrebbe cavarsela con un risarcimento e lavori socialmente utili. Il manager ha tenuto a dire che ha agito sempre in buona fede e che ha a cuore il futuro dei lavoratori.

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