«Raggiunta l’intesa sul Pdr di Acciai speciali Terni»,a darne notizia le segreterie di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl. C’è l’ipotesi di accordo tra azienda e sindacati: premio risultato fino a 1.500 euro.
Premio produzione «Dopo una lunga discussione sviluppata in molteplici incontri, nella giornata odierna segretari generali territoriali e coordinatori Su hanno sottoscritto con la direzione aziendale l’ipotesi di accordo sul premio annuale variabile (Pdt) per i lavoratori di Arvedi – Acciai speciali Terni – spiegano i sindacati -. L’ipotesi sottoscritta che ha carattere temporale per il 2023 non si basa su indici economici aziendali ma esclusivamente su produttività e qualità, con obbiettivi ritenuti raggiungibili e verificabili dai lavoratori con il monitoraggio della Rsu. Le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e i coordinatori Rsu ritengono l’ipotesi di accordo la migliore possibile nella condizione data, che prevede al raggiungimento del minimo degli obiettivi previsti per i 4 parametri (Laf, Nac, Black e Qualità) un valore economico annuo pari a euro 750, mentre sugli obbiettivo massimi il valore economico raggiunge i 1.500 euro con il coefficiente individuale di presenza. Entro la prima decade di Febbraio si svolgerà uno specifico incontro anche per definire il Pdr per i lavoratori del Tubificio. Avendo un quadro complessivo per tutti i lavoratori del gruppo, le Rsu e le segreterie territoriali apriranno una fase di assemblee. Le segreterie territoriali di Fim, Fiom, Uilm, Fismic, Ugl e i coordinatori Rsu ritengono la sottoscrizione di questa ipotesi di accordo un’ulteriore passo in avanti nel consolidamento delle relazioni sindacali. Dopo anni si riprende la contrattazione su un premio di risultato che era stato ampiamente ridimensionato per i lavoratori del sito ternano durante la vertenza del 2014. Tutto ciò assume un’ulteriore valenza se si considera il contesto di crisi sociale ed economica in cui è calato il paese, la contrattazione cerca di dare risposte economiche ai lavoratori che stanno pagando il peso della crisi».