di Chia.Fa.
«Prezzo del grano in Umbria torna ai livelli precedenti alla guerra in Ucraina». A confermarlo è la Borsa Merci della Camera di Commercio, guidata dal presidente Bruno Diano, che segnala la flessione registrata nell’ultimo anno sia sul grano tenero che duro, in entrambi i casi quello di migliore qualità, sul prezzo pagato ai coltivatori della provincia di Perugia.
Prezzo del grano giù In particolare, nel maggio 2022 il grano tenero una tonnellata costava 359,5 euro mentre nel maggio appena concluso si è attestato 227,5 euro, facendo così registrare una flessione del 36,7 per cento. Analoga la situazione per il grano duro sempre della migliore qualità, che un anno fa veniva pagato agli agricoltori della provincia di Perugia 491 euro, mentre oggi si attesta 307,5 con una riduzione del 37,4 per cento. Secondo Diano della Borsa Merci «la riduzione dei prezzi al consumo dettata dalla flessione del prezzo del grano, dovrebbero iniziare a vedersi, sempre che questa riduzione non venga controbilanciata da aumenti all’interno della filiera che dal produttore porta al consumatore».
Diano: «Timori sul prossimo raccolto» Diano, ricordando come «il frumento in Umbria venga coltivato su circa 80 mila ettari, di cui 50 mila di grano tenero e 30 mila grano duro, rappresentando di gran lunga la maggiore superficie seminata», evidenzia le «preoccupazioni destate dalla campagna 2022/2023 di prossimo raccolto perché, a fronte dei forti aumenti dei costi di produzione, gasolio, semente, concimi, antiparassitari, non sappiamo se seguirà un analogo aumento dei prezzi dei prodotti». Per la Borsa Merci l’aumento dei costi è di circa il 30 per cento in più rispetto allo scorso anno e l’unica tranquillità è rappresentata «da previsioni mediamente buone sulle produzione dell’Umbria».