L'ingresso di Palazzo Donini, sede della giunta regionale (foto F.Troccoli)

di Daniele Bovi

Entro la fine di luglio la Regione consegnerà al Governo un elenco di ambiti e di opere sui quali concentrare le risorse previste dalla seconda fase della programmazione del Pnrr; elenco dal quale, con tutta probabilità, uscirà il raddoppio della Orte-Falconara. Martedì come da programma si è tenuto a Roma l’incontro tra la presidente Donatella Tesei e il ministro Raffaele Fitto, che in giornata ha concluso i bilaterali con i presidenti sulla revisione del Pnrr.

Condivisione L’Umbria, ha spiegato Tesei a margine, si è posta come obiettivo quello di individuare «entro la fine di luglio» gli ambiti sui quali concentrare le risorse previste dalla seconda fase della programmazione del Piano. «Si è concordato – ha aggiunto – di lavorare per una condivisione tra Stato e Regioni per arrivare alla decisione finale sui nuovi fondi e sui progetti prioritari». Le priorità saranno individuate anche con una serie di passaggi con gli assessorati.

Le risorse «Vedremo – ha detto poi Tesei – dove e come utilizzare la nuove risorse. Con il ministro si è tra l’altro concordato che dove non dovessero essere sufficienti per completare i progetti quelle disponibili con il Pnrr si lavorerà per individuare altre forme di finanziamento. Fondamentali saranno comunque i tempi necessari a completare gli interventi». Per la presidente «c’è stata da parte del ministro un’apertura a un ragionamento comune nella definizione della programmazione dove si è lavorato bene, come nel caso dell’Umbria». In Umbria al momento secondo Tesei «sono state già impegnate tutte le risorse della prima fase della programmazione del Pnrr». «Abbiamo lavorato bene – ha concluso – e i risultati si sono visti».

Le opere A luglio, quindi, se ne saprà di più ma al di là del raddoppio della Orte-Falconara, che da solo vale oltre 500 milioni e della cui irrealizzabilità si parla ormai da settimane, non dovrebbero esserci altre uscite importanti. Per il raddoppio è stato ipotizzato uno spostamento sulla programmazione europea 2021-2027, che garantisce tempi più lunghi rispetto a quelli del Pnrr, le cui opere andranno completate entro il 2026.

Le imprese E sul come reimpiegare le risorse il Governo sembra avere le idee chiare: «Spostando progetti che non riescono a stare nel Pnrr per una questione di tempi – ha detto martedì Fitto – si liberano delle risorse che possono essere riprogrammate verso una politica industriale necessaria per il nostro Paese». «Una delle strade che il governo prenderà – gli ha fatto poi eco il ministro delle Imprese Adolfo Urso – è realizzare un significativo piano Transizione 5.0, per consentire alle imprese, attraverso un meccanismo di crediti fiscali, di accelerare sulla strada dell’innovazione della tecnologia, sostenibilità digitale, formazione e strumentazione».

Il cofinanziamento Sul tavolo di Governo e Regioni infine un altro problema, quello che riguarda il necessario cofinanziamento dei progetti relativi alla nuova fase di programmazione dei Fondi UE. Tenendo conto che per l’Umbria ci sono 1,2 miliardi e che le regole comunitarie impongono un cofinanziamento regionale del 18 per cento, per il Cuore verde si tratterebbe di circa 220 milioni. Una cifra enorme anche pensando al fatto che le entrate annuali di Palazzo Donini ammontano a circa 300 milioni. Ecco perché, alla fine, il necessario cofinanziamento potrebbe avvenire – come chiesto dai presidenti – grazie anche alle risorse del Fondo di sviluppo e coesione.

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