di Enzo Beretta

Ottanta anni da festeggiare il 1° aprile, una carriera costellata di opere uniche e riconoscimenti, l’ultimo in ordine di tempo è il Premio Vittoriale del 2022: ecco chi è l’archistar Mario Botta, l’architetto delle chiese e dei teatri ‘prestato’ alla Giustizia. Sarà il designer svizzero di fama mondiale a progettare la second-life dell’ex carcere di piazza Partigiani nel quale sorgerà il Parco della Giustizia, progetto che rivoluzionerà la città di Perugia che diversamente da altre realtà – per decisione del sindaco Andrea Romizi – ha investito nel centro storico anziché nell’edificazione di cattedrali nel deserto come avvenuto per esempio a Firenze. «Amo le città perché sono l’espressione straordinaria della vita sociale – le parole di Botta in una recente intervista a Il Giornale -. Costruire è di per sé un atto sacro. La casa? Un rifugio, ma io farei solo chiese…».

Le Corbusier e gli altri Mario Botta ha il suo quartier generale a Mendrisio, in Svizzera: è lì, dal suo studio, che realizza progetti su scala nazionale e internazionale, partecipando a prestigiosi concorsi. La sua architettura è influenzata da alcuni maestri con i quali ha collaborato: Le Corbusier, il primo tra tutti, insieme al quale progettò nel 1965 l’ospedale di Venezia, ma anche Carlo Scarpa, Aldo Rossi e Louis Kahn. 

Il mattone in cotto Il tratto distintivo di Botta è lo spazio architettonico forte accompagnato dalla geometria e da un disegno attento, con un’attenzione sempre massima verso lo studio di stili capaci di anticipare i tempi e una forte selezione di materiali naturali. Le sue opere principali sono pragmatiche e tendono a prediligere l’utilizzo del mattone in cotto o della pietra.

L’arte di costruire Più di sessant’anni dedicati all’architettura. Aveva solamente 16 anni quando ha disegnato la prima abitazione unifamiliare in Canton Ticino. Poi si è rimesso a studiare. La passione nei confronti dell’arte, in particolar modo verso l’arte di costruire, lo accompagna da sempre. Artista in perpetuo movimento. Corre l’anno 1970 quando Botta apre il proprio studio a Lugano continuando a frequentare corsi presso scuole d’architettura in Europa, Asia, Stati Uniti e America Latina. Partendo dalle prime realizzazioni di case unifamiliari in Canton Ticino, come abbiamo visto quando era ancora adolescente, il suo lavoro ha abbracciato molte tipologie edilizie: scuole, banche, edifici amministrativi, biblioteche, edifici di culto, musei. Con una costante: sin dall’inizio della carriera il suo lavoro è stato riconosciuto e premiato a livello internazionale. 

Le chiese del mondo Mario Botta ha lavorato alla realizzazione di una ventina di chiese disseminate in tutto il mondo tra cui la cattedrale di Évry in Francia, la Cappella Granato in Austria, un’altra sul Monte Tamaro, la chiesa di San Giovanni Battista a Mogno, il monastero dei Santi Apostolo Pietro e Andrea a Leopoli, la sinagoga Cymbalista nel campus universitario di Tel Aviv, una moschea a Yinchuan in Cina.

Modernità Ma ha anche firmato la sede della mastodontica sede del Casinò di Campione, un cubo moderno che di sera si illumina di rosso e brilla sul lago di Lugano. Progettò, inoltre, insieme all’ingegner Giulio Andreolli il polo culturale del Mart di Rovereto, un’astronave aliena atterrata al centro della Valle dell’Adige e incorniciata tra le vette innevate del Trentino: la cupola in vetro e acciaio è costruita sulle stesse dimensioni di quella del Pantheon di Roma, viene considerata tra i primi e più importanti musei d’arte contemporanea del nostro Paese. 

IL PROGETTO DELLA CITTADELLA GIUDIZIARIA

Dal Moma di San Francisco alla Scala di Milano Oltre agli spazi futuristici progettati a Suvereto ha firmato la ristrutturazione del Teatro alla Scala di Milano, dopo aver collaborato al colosso del Moma di San Francisco e aver creato il Museo Bechtler a Charlotte, un lavoro a metà strada tra architettura e scultura. Tra le ultime opere c’è anche il Tsinghua Art Museum di Pechino. Ancora, in ordine sparso: la Torre di Kyobo a Seul, complessi residenziali e industriali nel Nord Europa, la biblioteca municipale di Dortmund, uffici a New Delhi, il liceo scientifico di Città della Pieve (Umbria, in collaborazione con Giorgio Orsini, 1993-2000), l’impianto della funivia Cadada-Locarno in Svizzera, il recupero degli ex magazzini generali di Verona, la nuova sede della Banca Nazionale di Grecia, il Museo Campari a Sesto San Giovanni. 

Cavaliere di Gran Croce Nel settembre 2020 il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, gli ha conferito il titolo di Cavaliere di Gran Croce Ordine al merito della Repubblica Italiana. «Abito in Svizzera ma mi sento italiano – spiega Botta, che spesso indossa camicie alla coreana -. Vado a letto presto e mi alzo presto. Dormo otto ore, come i bambini, un lusso».